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Casa Bartoli a Trieste, il Comune abbandona il progetto dell’ascensore obliquo

TRIESTE Torna in salita il progetto dell’ascensore obliquo di Casa Bartoli, non funzionate da 26 anni. Il Comune ha abbandonato il progetto di istallazione del nuovo impianto: risulta più costoso del previsto.

Lo scorso mese di aprile il Comune aveva affidato all’ingegnere Daniele Pignatelli il compito di redigere il progetto tecnico-economico per il nuovo impianto nella residenza per anziani non autosufficienti di via Marchesetti. Dalla relazione del professionista è emerso « che purtroppo costi, stando anche a ciò che viene imposto dalle nuove normative, sono notevolmente aumentati e anche la manutenzione risulterebbe onerosa», precisa l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi.

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«Rispetto ai fondi ricevuti e a quello che avevamo previsto a bilancio – continua – si andrebbero ad affrontare spese enormi». Il quadro tecnico economico aggiornato prevede infatti per la soluzione più economica una spesa di 762.489 euro – il doppio di quello preventivato – per quella più costosa 3 milioni. «Questo – così Lodi – non significa che non continueremo a lavorare a una soluzione diversa: sono già allo studio, anche dialogando con i Servizi Sociali, altre possibilità, che escludono quella dell’impianto obliquo».

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La questione dell’ascensore di Casa Bartoli si trascina dal 1998, quando i parenti degli ospiti di quella residenza comunale lamentavano per la prima volta, avviando anche una raccolta di firme, il mancato funzionamento dell’elevatore che li accompagnava dal livello della strada a quello sopraelevato, dove si trova la struttura.

Per sistemare l’impianto erano disponibili circa 300 mila euro di fondi ministeriali e ulteriori 100 mila comunali. Il contributo statale impone che l’intervento venga terminato entro fine 2024, con il collaudo entro il prossimo giugno.

Tempi ormai impossibili da rispettare, constatando anche come nella migliore delle ipotesi il Comune dovrebbe aggiungere 312 mila euro «al momento difficilmente reperibili nella dotazione dell’avanzo di amministrazione», si legge nella delibera che sancisce l’abbandono del progetto.

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, il capogruppo di At Riccardo Laterza ha evidenziato come «non si sono voluti trovare nemmeno 300 mila euro e ora il Comune dovrà restituire i fondi nazionali che andranno persi con la rinuncia all’opera».

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