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Ristoratore del Lido apre un bacaro a Parigi: cicchetti e bigoi sbarcano nella città dell’amore

Ristoratore del Lido apre un bacaro a Parigi: cicchetti e bigoi sbarcano nella città dell’amore

L’osteria Gotò a dieci minuti dalla Bastiglia offre le specialità veneziane. Francesco La Porta: «Voglio portare ai francesi una Venezia viva»

I sapori di Venezia, dalle sarde in saor al baccalà ma anche bigoi in salsa, polpette e tramezzini, arrivano nella Ville Lumière. Il lidense Francesco La Porta, regista, ha aperto nel cuore di Parigi - nell’undicesimo arrondissement, a dieci minuti a piedi dalla Bastiglia - l’osteria Gòto, per far conoscere ai francesi le specialità veneziane.

Il rimando a Venezia c’è già nel nome stesso, dal momento in cui il goto in veneziano è il bicchiere. «La mia città mi manca» racconta La Porta, «mi piace l’idea di raccontare una Venezia viva, soprattutto perché all’estero mi sento spesso dire che Venezia è sì bella ma con troppi turisti e il cibo non è buono» prosegue, spiegando come da qui sia nato il suo desiderio di sfatare questo mito. Così, è arrivata l’osteria che gestisce insieme alla compagna Arianna, un impegno che entrambi incastrano tra i loro lavori, quello del regista lui e della stilista lei. «Da quando sono ragazzino ho a che fare con il mondo della ristorazione, ho studiato arte contemporanea a Londra ma per mantenermi ho sempre lavorato in cucina» spiega La Porta.

Le specialità veneziane, dalle polpette ai tramezzini, fino al baccalà e alle sarde in saor, stanno piacendo ai parigini che, improvvisamente, aprendo la porta dell’osteria Gotò si ritrovano in un bacaro che potrebbe essere nel cuore di Cannaregio. «Siamo soddisfatti di come stiano andando le cose, nonostante abbiamo aperto da poco e in un periodo in cui non c’è molta gente perché i francesi sono in ferie» commenta.

Tuttavia, l’osteria è solo il primo passo per il progetto della narrazione enogastronomica di Venezia che ha in mente il 31enne: «Vorrei rimettere al centro l’idea di Venezia come porto, un luogo di incontro e scambio, tramite una cucina che non sia statica».

Per farlo, da settembre arriveranno a Gotò chef provenienti da ogni parte del mondo per la reinterpretazione dei piatti tipici della cucina veneziana. Infine, una terza parte più culturale arriverà nell’osteria dal 2025, quando i suoi titolari vorrebbero ospitare mostre temporanee di artisti e artigiani veneziani o che abbiano lavorato a Venezia. «Un modo anche per raccontare di un turismo positivo, che apprende dalla città e non la deturpa» conclude, prima di tornare ai profumi veneziani che lo riportano con il cuore a casa.

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