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Strage di Bologna: Mollicone (Fdi) ci spiega perché ha ragione Bolognesi

Se poteva esserci qualche dubbio sulla fondatezza dell’accusa di Paolo Bolognesi, alla destra di governo di negare la matrice fascista della strage ci ha pensato Federico Mollicone

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Se poteva esserci qualche dubbio sulla fondatezza dell’accusa rivolta dal presidente dell’Associazione famigliari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi, alla destra di governo di negare la matrice fascista di quell’infame atto terroristico e di non riconoscere le sentenze che hanno condannato gli esecutori e i mandanti condannati in tutti i processi finora svolti, ci ha pensato il Fratello d’Italia Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera, quindi autorevole esponente dei post fascisti al governo, a dissiparlo.

Breve riepilogo. Aveva detto Bolognesi: “Le radici della strage, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d’appello nei processi Cavallini e Bellini, affondano nella storia del postfascismo italiano, nelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni Cinquanta, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, che oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo”.

Un’accusa che aveva mandato fuori dai gangheri la ducetta, che non ha trovato di meglio che atteggiarsi a vittima delle vittime, quelle vere, della bomba alla stazione:

“Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti alla sottoscritta e al Governo, sostenere che le radici di quell’attentato sono nella destra di governo è molto grave e pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa nazione”.

Per poi liquidare con questa ipocrita e indecente frasetta il suo messaggio sulla più terribile delle stragi fasciste che hanno insanguinato l’Italia da Portella della Ginestra in poi:

“Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia Bologna e la Nazione”.

Dopo le polemiche che ne sono seguite, ecco spuntare l’ineffabile Mollicone, che, forse inconsapevolmente, conferma come i post fascisti non riescano proprio a fare i conti col proprio passato. Niente, fasci erano e fasci sono rimasti.

Dice Mollicone a La Stampa: “Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia”. E aggiunge: “L’obiettivo di parte della magistratura è stato fin dall’inizio quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana”.

Che poi è quello che è accaduto e che tutti sanno: da Gladio, alle stragi, all’assassinio di Aldo Moro. Con la differenza che a Bologna, per la prima volta, hanno trovato anche le prove.

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