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Ivrea, addio a Toni Bonsanto: una vita di amore per i cavalli

IVREA. La foto scelta dalla famiglia per ricordarlo sui manifesti funebri lo raffigura con il cilindro e la tenuta di gala indossata tante volte per condurre le sue carrozze in contesti ufficiali ed è proprio in tale veste che tanti hanno fissato la sua immagine nella loro memoria.

Antonio Bonsanto, per tutti Toni, è mancato la sera dello scorso giovedì 1° agosto, all’ospedale di Ivrea, dove il suo cuore ha cessato per sempre di battere. Originario della Puglia, Bonsanto era nato 87 anni fa, a San Severo, in provincia di Foggia. «Quella per i cavalli è una passione coltivata sin dall’infanzia. – racconta il figlio Angelo –. La sua era una famiglia di mezzadri che lavorava per un facoltoso proprietario terriero il quale possedeva anche una fornita scuderia con carrozze. Questi era solito provvedere a servizi per gli sposi del paese, mettendo a disposizione carrozza e cocchiere, e mio padre crebbe vivendo da vicino questa realtà legata al mondo equestre, fatta di legni antichi, accessori e finimenti preziosi e riti e ritmi scanditi dalla fatica e dalla passione, spesso prestandosi per piccoli lavori. Negli anni Cinquanta, praticamente alla vigilia di emigrare all’estero nel tentativo di migliorare lavoro e condizioni di vita, la sua famiglia decise di seguire il suggerimento di un conoscente e di trasferirsi a Ivrea dove la Olivetti e altre fabbriche, facevano intravedere reali possibilità di un lavoro stabile e con buone prospettive di crescita».

«Fu la sua fortuna – continua Angelo –. Qui potè mettere a frutto le sue competenze di elettricista, lavorando per le grandi imprese, prima, e autonomamente, poi, e, soprattutto, rafforzare la passione per le carrozze, in questa terra canavesana di cavallanti e tradizioni equestri ancora ben radicate». E conclude: «Nel tempo, mise insieme una collezione di oltre trenta carrozze, alcune settecentesche, la maggior parte risalente all’800 e un paio di pezzi di inizi Novecento, delle quali curò personalmente i restauri e i rispettivi corredi. Anni fa, la collezione fu distrutta da un incendio e quello fu il più grande dolore della sua vita, una prova dalla quale si riprese a fatica e che lo segnò per sempre. Sono ricordi belli, invece, quelli legati alle sue partecipazioni alle sfilate di San Savino e ai rapporti di amicizia e stima che lo legavano agli altri cavallanti: mi piace pensare che si siano ritrovati tutti insieme nell’aldilà». «Era una persona molto generosa, a tratti sanguigna – ricorda Aldo Bessero, grande esperto di cavalli e a lungo presidente del comitato organizzatore della Festa e fiera di San Savino –. È stato molto amico di mio zio Dino Garda che anche lui, affettuosamente, chiamava zio. Da Dino ha ricevuto molti consigli utili per orientarsi al meglio nel mondo dei cavalli».

Un aneddoto? «Un anno, arrivò alla sfilata di San Savino con un magnifico Welsch pony attaccato a una carrozza American. Gli feci notare che il suo abbigliamento non era consono all’insieme e lui mi rispose “Benissimo: me ne torno a casa”, girò il cavallo e se ne andò. L’anno dopo, tra i conducenti, fu il più elegante. La sua passione per i cavalli è stata condivisa dal figlio Michele ed è portata avanti, oggi, anche dalla giovanissima nipote, Audrey. Lo ricorderò sempre con piacere».

I funerali di Toni Bonsanto si svolgeranno stamattina, lunedì 5, alle 10, nella chiesa di San Lorenzo. Franco Farnè

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