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Il parere di Massimo Giacomini: «Runjaic sta facendo bene ma bisogna dargli tempo»

«Magari non vedremo subito fuoco e fiamme, ma Kosta Runjaic non è uno sprovveduto e sta già facendo un buon lavoro, anche se per questo modulo non ha esterni ottimali». È un Massimo Giacomini ottimista e come sempre analitico quello che promuove l’Udinese vista in preparazione e che venerdì 9 agosto metterà piede in Coppa Italia, prima dell’esordio in campionato di Bologna del 18 agosto.

Giacomini, l’Udinese ha perso l’ultima amichevole con l’Al Hilal facendo vedere pregi e difetti. Come giudica quanto visto finora?

«Parto dai difetti che a mio avviso sono legati ai dubbi sull’effettiva forza dei due esterni, perché giocando col 3-4-2-1 bisogna contrattaccare continuamente e un modo per farlo e andare a cercare proprio l’uno contro uno sulle fasce piuttosto che per vie centrali, dove c’è più traffico ed è più difficile. Diciamo che con Molina e Udogie mi sentirei più tranquillo, anche per una questione di equilibrio nei ripiegamenti».

Esterni a parte, in mezzo c’è l’imbarazzo della scelta con i due centrali alle spalle dei due trequartisti.

«E qui passiamo ai pregi della squadra che potrà sviluppare il gioco cercando sempre l’affondo come ha fatto bene Lovric a Vienna. L’idea è proprio quella di creare le condizioni in cui si possa attaccare con più uomini. Tuttavia, va ricordato che quando l'avversario ti mette sotto bisogna tornare a dar manforte e Thauvin si spreme molto più di Samardzic che, a mio avviso, più che trequartista di sinistra potrebbe fare la mezzala di destra, aumentando la qualità in mediana».

A proposito di trequartisti, l’olandese Ekkelenkamp potrebbe recitare anche sul centro sinistra dietro la punta, là dove sembra sfumato il ritorno di Sanchez.

«Nella sua ultima stagione all’Inter Sanchez ha fatto vedere che può essere l’uomo dall’ultima mezz’ora, e questo è, mentre l’Udinese necessita di giocatori che devono correre e lottare per tutti i 90 minuti».

In attacco, invece, Davis ha fatto capire che stando bene è un buon concorrente di Lucca, e poi ci sarà da scoprire Pizarro...

«Benissimo così perché due attaccanti così fisici, ma anche così diversi come Lucca e Davis, possono far cambiare tattica e risolvere problemi quando bisogna cambiare la partita. Tra l’altro resto convinto che se l’Udinese avesse avuto Davis abile la scorsa stagione non sarebbe arrivata a giocarsi la salvezza a Frosinone».

Giacomini, quale dei suoi big l’Udinese farebbe bene a non perdere sul mercato?

«Senza dubbio Bijol. Dovesse partire invece Perez, c’è Kristensen alle sue spalle. Diciamo che mi accontenterei di trovare tutti questi giocatori a fine mercato, in modo che il tecnico possa fare il suo lavoro come sa fare».

Quindi ha già avuto modo di apprezzarlo?

«Ho visto il suo metodo di lavoro analitico, quasi matematico, ma al di là credo che parta con dei vantaggi indiscutibili legati al suo essere profondamente europeo. Per prima cosa parla inglese, e per come è strutturata la rosa dell’Udinese è meglio che ci sia un tecnico straniero che sa due o tre lingue, piuttosto che un italiano che deve farsi tradurre ogni volta che parla».

Altri vantaggi?

«Ha allenato in Polonia, dove non così facile come si può pensare, quindi non è uno sprovveduto. Possiamo fare un paragone con il nostro Marco Baroni che all’estero è uno sconosciuto, ma che è arrivato alla Lazio dopo anni di gavetta. Ecco, magari Pozzo ha trovato il Baroni che cercava in Polonia, ma bisognerà dargli tempo».

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