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L’AI di X (Grok) si addestra con i nostri post

All'improvviso, X ha attivato una opzione che consente alla piattaforma di addestrare Grok, lo strumento di intelligenza artificiale con cui Musk vorrebbe sostituire ChatGPT

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È bastata una segnalazione per far scatenare il panico tra gli utenti di X e anche per accendere qualche spia in relazione all’utilizzo dei dati personali da parte di chi – come l’autorità garante della privacy – monitora quotidianamente lo stato delle piattaforme digitali su questo fronte. All’interno della sezione sulla personalizzazione e condivisione dei dati, infatti, è comparsa una voce nel menu laterale che riguarda Grok. In pratica, di default, viene attivata quella funzione che consente all’utente di cedere i dati dei suoi post, delle interazioni, delle informazioni che vengono inserite nell’applicazione di X al fine di addestrare lo strumento di intelligenza artificiale – Grok, appunto – con cui Elon Musk ambisce a scalzare la supremazia di ChatGPT.

Senza alcun preavviso, @X ha attivato, per impostazione predefinita, l’opzione per raccogliere ed utilizzare i dati degli utenti per addestrare Grok.
L’opzione è disattivabile solo da App web.
Qui, il link diretto:https://t.co/9BSiEaqHQ8 pic.twitter.com/fMznjzwD6U

— Claudio (@sonoclaudio) July 26, 2024

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Grok usa i dati di Twitter/X (e dei suoi utenti): l’impostazione di default

Una soluzione insolita, tra le altre cose: mentre Grok può essere utilizzato soltanto dagli utenti che hanno un account a pagamento (e che corrispondono un abbonamento a Twitter), i dati utilizzati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale sono quelli della totalità degli utenti di X, dunque anche di chi ha deciso di non investire sulla piattaforma di Elon Musk dopo i cambiamenti che ha adottato.

Ovviamente, questa possibilità era stata preannunciata – non esplicitamente – da un annuncio del magnate di Tesla, che aveva spiegato come Grok si stesse addestrando per diventare l’intelligenza artificiale più potente in assoluto, in grado di rispondere anche a quelle domande (non politicamente corrette) che ChatGPT – ad esempio – rifiuta di affrontare. Le critiche per la decisione di rendere disponibili i dati di tutti gli utenti si sono diffuse a macchia d’olio e stanno portando X a fare alcune riflessioni. Sicuramente, queste ultime saranno necessarie in virtù di quanto evidenziato dal garante della privacy irlandese che ha affermato: «Siamo sorpresi dagli sviluppi odierni. Abbiamo contattato X oggi e siamo in attesa di una risposta. Ci aspettiamo un ulteriore confronto all’inizio della prossima settimana». Intanto, come vedremo in un altro passaggio del nostro monografico di oggi, è boom di utenti che disabilitano la funzione di default di X.

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