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Domenico Modugno: 30 anni senza “Mister Volare”




Festival di Sanremo 2017


Il 6 agosto del 1994, 30 anni fa, si spegneva a Lampedusa Domenico Modugno, la prima star internazionale della musica italiana, dopo dieci anni di calvario in seguito a un ictus che lo ha colpito nel 1984 mentre si trovava a registrare un programma negli studi Mediaset di Cologno Monzese.

Cantautore, attore, autore, poeta, regista, cantante dalla travolgente forza interpretativa, "mister Volare", è stato un uomo solare, semplice e forte che, nonostante l'enorme successo, non ha mai rinnegato le sue radici popolari.

Mimmo, come lo chiamano affettuosamente i suoi fan, è ancora oggi un faro per tutti quelli che si avvicinano al mondo della musica per la sua carica innovativa, tanto che non è esagerato parlare di un prima e un dopo Modugno per la musica popolare italiana.

Prima di dedicarsi completamente alla musica, Modugno è stato Mackie Messer nell'Opera da tre soldi di Bertolt Brecht con la regia di Giorgio Strehler, protagonista dello sceneggiato tv Scaramouche e un Cyrano di grande successo.

Per capire l'impatto culturale che ha avuto l'artista pugliese, basti pensare che Salvatore Quasimodo lo autorizzò a utilizzare due poesie come testo per Ora che sale il giorno e Morte chitarre, mentre Pier Paolo Pasolini scrisse per lui il testo di Che cosa sono le nuvole e chiamò Modugno a cantare il brano, scritto da Ennio Morricone, per i titoli di testa di Uccellacci e uccellini.

Sono in molti a pensare che il vero inno nazionale tricolore nel mondo, al posto di quello ufficiale di Mameli, sia Nel blu dipinto di blu di Modugno, che con essa ha trionfato 61 anni fa, il primo febbraio del 1958, al Festival di Sanremo.

Una generazione di italiani provati dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale trovò allora, in quelle due braccia allargate verso l'infinito, una nuova speranza di vita e uno slancio che ha portato, dal 1958 al 1963, al bilancio in pareggio, al record del +6,3% del PIL e al boom economico.

Fu subito chiaro a tutti che Nel blu dipinto di blu rappresentava una rivoluzione copernicana rispetto allo stile dei cosiddetti "urlatori" che spopolava a quel tempo, con un'interpretazione così appassionata e un arrangiamento (parente del jazz e del doo-wop americano) che non si erano mai visti né sentiti prima di allora nella paludata canzone italiana dell'epoca.

E pensare che il brano fu proposto allora da Modugno a diversi interpreti, ma nessuno accettò di cantarlo per la sua audacia, così, alla fine, fu proprio l'artista di Polignano a Mare a cantarlo sul palco del Casinò di Sanremo in tandem con Johnny Dorelli.

"Volare", come da molti è conosciuta (e registrata preso la SIAE), ha spalancato le porte della modernità alla canzone italiana.

Un successo mondiale che ha fatto vincere al Mimmo Nazionale tre Grammy Award nel 1959 per disco dell'anno, canzone dell'anno e interprete dell'anno, oltre che conquistare il primo posto nella classifica Billboard dei singoli più venduti negli Stati Uniti per ben 5 settimane.

Modugno, che fu ribattezzato negli Stati Uniti "Mister Volare", incise la canzone in ben 13 lingue e furono più di 22 i milioni di dischi venduti in tutto il mondo.

Tra le innumerevoli cover di Nel blu dipinto di blu, spiccano le versioni di Frank Sinatra, David Bowie, Paul McCartney, Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald.

Nel blu dipinto del blu, insieme a La vie en rose, Garota de Ipanema, What a wonderful world e Besame mucho, è una delle poche canzoni a far parte del patrimonio mondiale della musica, conosciuta com'è in ogni angolo del pianeta.

Se capitate a Polignano a Mare, splendida cittadina in provincia di Bari che ha dato i natali a Mimmo il 9 gennaio del 1928, non potete fare a meno di visitare la statua bronzea di 3 metri realizzata dallo scultore argentino Hermann Mejer, in cui il cantante pugliese è rappresentato nella sua iconica posa con le braccia aperte, con il mare dietro alle spalle che si confonde all'orizzonte con l'azzurro del cielo.

Modugno ha avuto un rapporto contrastato con il suo luogo di nascita,"tradita" all'inizio della carriera quando si spacciò per siciliano per incontrare più facilmente i favori del pubblico.

Proprio a Polignano ha tenuto il 26 agosto 1993 il suo ultimo, applauditissimo concerto, dopo nove anni di calvario in seguito a un ictus che lo ha colpito nel 1984.

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