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La nuova vita di Ciofani dal campo alla panchina: «È un onore lavorare con i giovani della Triestina»

La nuova vita di Ciofani dal campo alla panchina: «È un onore lavorare con i giovani della Triestina»

foto da Quotidiani locali

I due anni da calciatore a Trieste, ricchi di emozioni, hanno da un lato concluso un percorso lungo 24 stagioni, distribuite da Ascoli a Pescara, Terni, ma soprattutto Modena e ancora prima Frosinone, dall’altro hanno aperto un nuovo capitolo di vita, condiviso con la famiglia e stimolante, inesplorato.

Matteo Ciofani a 36 anni compiuti è passato dall’altro lato della cattedra, appese le scarpette al chiodo, l’avezzanese sarà il nuovo vice-allenatore della Primavera, a fianco a Marino. Smettere non era l’idea originale, ma le opportunità – spiega l’ex difensore – non vanno disperse.

«A fine campionato ho fatto una chiacchierata con Donati per capire le intenzioni della società e mie. Volevo continuare a giocare ma a prescindere avevo deciso assieme a mia moglie di continuare a vivere a Trieste, ci troviamo bene, anche con i figli. Quindi avrei continuato a giocare solo qui. Non essendoci questa possibilità abbiamo valutato altro».

In due anni Matteo ha seminato molto bene, uomo spogliatoio determinante, di quelli che in assenza, la salvezza a Seregno non sarebbe arrivata, collante fondamentale, riferimento nei momenti opachi, si pensi all’assunzione di responsabilità a nome della squadra dopo il k.o. a Mantova l’inverno scorso. Arriviamo a oggi.

«Mi è stata proposta questa cosa per il settore giovanile e non ci ho pensato un attimo, ho accettato, colto l’occasione».

Una curiosità, anche il fratello Daniel, tre anni più esperto e bomber di Frosinone e Cremonese, ha detto stop.

«Cronologicamente ho scelto prima io di smettere, infatti non ci credevo gli ho detto. Ha fatto la stessa scelta, non potendo continuare a giocare gli hanno aperto le porte in società».

I due Ciofani stanno seguendo il corso Uefa B a Coverciano, pronti a mettersi a disposizione di Triestina e Cremonese. Un corso che annovera anche il campione europeo Bonucci e l’ex alabardato Tartaglia. Prime impressioni da aspirante allenatore?

«Comincia un nuovo mondo e già frequentando il corso me ne rendo conto. Quando smettiamo da calciatori pensiamo di sapere tutto e invece non sappiamo niente. Mi era stato anche proposto di prendere una squadra da primo allenatore ma ho preferito partire da secondo per capire come funziona il tutto. Affiancare Marino è l’ideale».

Sapere che è stato premiato l’uomo la rende orgoglioso?

«Il fatto che mi sia data questa possibilità è stata una manifestazione importante da parte della Triestina, significa che qualcosa di buono al di là del calcio probabilmente l’ho fatto, cercherò di ripagare insegnando ai giovani i valori base di ogni successo».

Riavvolgiamo il nastro ai due campionati giocati qui. Quello folle della salvezza al 92’?

«Ho giocato 24 campionati, ho due promozioni dalla C alla B e due dalla B alla A, ma la salvezza con la Triestina è stata una emozione incredibile. Trovarsi a giocare per evitare la D è stato pesante, come tutto l’anno. Io venivo da un campionato vinto a Modena per cui non so se mi sarei ripreso da una delusione calcistica simile. Quella grande emozione ci ha permesso di ripartire con il cambio di una società nuova, seria, ha dato futuro».

E l’anno scorso con Tesser e Bordin?

«Tutt’altro campionato, per me potevamo fare qualcosa in più ma c’è stato quel periodo di appannamento, poi l’esonero e qualche problema. Una stagione nel complesso positiva, più che dignitosa se consideriamo una squadra quasi totalmente nuova».

Ad Alessandria era uscito per un episodio tachicardico. Ebbe paura?

«Sono state ore di apprensione con una nottata al pronto soccorso senza sapere cosa era successo, poi per fortuna con gli accertamenti era emerso un episodio sporadico ed è stata l’occasione per un check-up, vista la vecchiaia. Sono rientrato in campo presto per l’amore per questo sport».

Primi input da allenatore?

«Intanto devo imparare. Da giocatore pensi già a cosa faresti da allenatore, quando ti ritrovi alla parte pratica ti rendi conto che la mentalità di un allenatore è diversa. Ad adesso quindi non ho una idea in particolare ma sto cercando di trovare spunti a destra e sinistra, ci vorrà un po’ di tempo e sono contento di poter prendere spunti da un allenatore come Marino che ha le sue idee».

Tra una settimana la Triestina esordirà ed in campo ci saranno magari El Azrak, Struna, Vertainen, nomi che due mesi fa erano il vicino di armadietto.

«Farà strano, fino a ieri erano compagni di battaglie, per cui confido di continuare a vederli nel nuovo ruolo, ero già ad Auronzo a vedere l’amichevole con la Lazio, mi ha fatto una strana impressione ma sono in pace con me stesso di aver assunto questa decisione».

Stimolato a dovere per l’avventura in Primavera? «Sì, devo ringraziare la società perché è una opportunità non scontata, tanta gente aspira ad un percorso e magari non viene data l’occasione di intraprenderlo, a me è stata data e l’ho presa al volo».

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