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Medio Oriente, la paura e l’attesa. L’Iran: “Colpiremo, ma no escalation”. Israele pronto per “diversi scenari”

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Le Forze militari israeliane hanno approvato piani “per diversi scenari” in previsione di un possibile attacco iraniano. Lo fanno sapere le Idf, dopo un incontro presieduto dal capo di Stato maggiore, il generale Herzi Halevi, con vari comandanti e alti ufficiali. La comunicazione è arrivata al termine di una giornata ad alta tensione e altissima […]

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Le Forze militari israeliane hanno approvato piani “per diversi scenari” in previsione di un possibile attacco iraniano. Lo fanno sapere le Idf, dopo un incontro presieduto dal capo di Stato maggiore, il generale Herzi Halevi, con vari comandanti e alti ufficiali. La comunicazione è arrivata al termine di una giornata ad alta tensione e altissima attività diplomatica, dopo l’allerta lanciata al G7 dal segretario di Stato americano Antony Blinken sull’attacco di Teheran e di Hezbollah atteso a ore.

Israele approva piani “per diversi scenari”

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato a Tel Aviv il comandante del Centcom americano, il generale Michael Kurilla, e il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, e ha comunicato su X che “abbiamo discusso del coordinamento delle attività di difesa e dei modi per espandere la coalizione internazionale di fronte alle azioni aggressive dell’Iran e dei proxies”. Gallant ha anche sottolineato che la visita di Kurilla conferma il “sostegno americano a Israele e la relazione incrollabile”.

Fonti israeliane, citate dal sito Walla, hanno riferito che il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha avuto un colloquio telefonico con il collega israeliano Israel Katz, al quale ha detto di essere stato “informato dall’Iran che attaccherà Israele in risposta all’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran”.

Biden sente re Abdullah di Giordania: “Allentare le tensioni”

In questo contesto le diplomazie di tutto il mondo si sono mosse in un tentativo di evitare l’escalation militare. Il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha parlato con il re Abdullah II di Giordania. I leader, ha spiegato una nota della Casa Bianca, hanno discusso degli sforzi per allentare le tensioni nella regione, anche attraverso un cessate il fuoco immediato e un accordo sul rilascio degli ostaggi e Biden ha riaffermato il costante sostegno degli Stati Uniti alla Giordania come partner e alleato. Il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, che ha avuto colloqui con diversi leader occidentali e con il suo omologo libanese, ha sottolineato oggi la necessità di fermare “l’aggressione” del governo israeliano e di adottare misure concrete, per evitare che i funzionari israeliani “inaspriscano il conflitto nella regione”. Biden in giornata ha anche tenuto colloqui di crisi con la sua squadra di sicurezza nazionale.

Tajani sente il ministro degli Esteri iracheno

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo iracheno, Fouad Hussein. “Siamo estremamente preoccupati per i rischi di un pericoloso allargamento del conflitto. In stretto coordinamento coi partner, il Governo sta moltiplicando in queste ore gli sforzi per evitare il rischio di un’escalation a livello regionale. L’Iraq riveste storicamente un ruolo cruciale per la stabilità del Medio Oriente e per questo riteniamo essenziale mantenere uno stretto raccordo con Baghdad, con cui stiamo lavorando al rafforzamento del partenariato e della collaborazione bilaterali”, ha commentato Tajani in una nota. Il colloquio si è concluso con una dichiarazione congiunta sulla necessità di evitare l’escalation.

Crosetto parla con Gallant: “Evitare l’escalation”

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, inoltre ha sentito il suo omologo israeliano, Yoav Gallant, in un “importante e lungo colloquio telefonico”. “L’Italia continua a lavorare per favorire il dialogo, stemperare la tensione ed evitare una gravissima e pericolosa escalation” in Medio Oriente, si legge sul profilo X del ministero, dove viene sottolineato che nella telefonata i ministri si sono “scambiati informazioni e impressioni sulla situazione e sulla sua possibile evoluzione”.

L’Iran incassa dalla Russia la “cooperazione globale sulle questioni regionali”

Anche l’Iran si è mosso. A Teheran è arrivato il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, per incontrare, secondo quanto riferito dall’agenzia russa Interfax, il suo omologo iraniano, Ali Akbar Ahmadian, con il capo Stato Maggiore delle Forze Armate della Repubblica Islamica, il generale Mohammad Bagheri, e il presidente Masoud Pezeshkian. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, però, la visita sarebbe stata effettuata su invito di Ahmadinejad durante una conversazione telefonica avvenuta lo scorso maggio. Shoigu, dopo aver incontrato Bagheri, ha dichiarato a Teheran che la Russia “è pronta a una cooperazione globale con l’Iran sulle questioni regionali”. “Le relazioni tra Iran e Russia sono strategiche, profonde e a lungo termine”, ha dichiarato l’alto funzionario militare iraniano, che ha anche espresso apprezzamento per la cooperazione tripartita con la Cina.

Teheran conferma che ci sarà una risposta, “ma non cerchiamo di aumentare le tensioni nella regione”

Il ministro degli Esteri ad interim, Ali Bagheri, ha avuto un incontro con i diplomatici stranieri a Teheran, durante il quale ha detto che “il terrore è nell’essenza del regime sionista e la sua sopravvivenza dipende dalla continuazione dell’approccio al terrorismo di Stato. Il mondo deve condannare con forza questo crimine e, in secondo luogo, deve sostenere la punizione dell’aggressore”. In precedenza il portavoce dello stesso ministero, Nasser Kanani, aveva detto che a seguito dell’uccisione di Ismail Haniyeh “l’Iran, basandosi sul suo diritto intrinseco fondato sui principi del diritto internazionale di punire l’aggressore, intraprenderà un’azione seria e deterrente con forza, determinazione e fermezza”, aggiungendo che “l’Iran non cerca di aumentare le tensioni nella regione”. “L’Iran – ha sostenuto – cerca di creare stabilità nella regione, ma questo avverrà solo punendo l’aggressore e creando un deterrente contro l’avventurismo del regime sionista”.

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