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Pedofilia, le chat di padre Melis denunciate dalle madri: “Ti consumo di baci, sarai un rubacuori”

L’arresto di padre Andrea Melis, il sacerdote accusato di pedofilia, ha scosso la comunità ligure. Il prete, ai domiciliari da sabato scorso con l’accusa di abusi in danno dei minori e già sospeso a divinis, avrebbe intessuto rapporti continui con alcuni dei minori coinvolti, spendendo migliaia di euro in regali, tra vestiti di marca, sigarette elettroniche e “mancette”. A sostegno della tesi accusatoria ci sarebbero anche delle chat, di cui dà conto l’ordinanza di custodia cautelare, e che sono state al centro delle deposizioni di alcuni genitori.

“Sei un pedofilo, ti scopriranno”

Nel fascicolo e nell’ordinanza del Gip si evidenzia la presenza di gadget erotici e si legge che gli adolescenti erano “bombardati di messaggi sessuali” e “indotti a condotte inadeguate per la loro età”. Uno dei minori rivolgendosi al sacerdote gli scrive: “Sanno che sei un pedofilo, verranno a cercarti”. Un 15enne ha raccontato che padre Melis li invitava nella sua abitazione, gli aveva regalato una tuta di marca e gli aveva dato dei baci sulla guancia. Dopo quegli approcci e i regali Melis, secondo quanto emerso, si raccomandava con loro di “non dire niente a casa”.

La denuncia di due genitori determinante per l’arresto

Padre Melis avrebbe avuto, secondo la Procura, un rapporto particolarmente morboso con un ragazzo. Sono stati proprio i genitori del giovanissimo a far scattare l’indagine. Fin dall’inizio, siamo nel 2021, avevano notato la predilezione di padre Andrea Melis per il loro figlio più piccolo a cui avevano raccomandato di non accettare nulla dal sacerdote e di non vedere il prete da solo. 

Ma i rapporti tra i due erano andati avanti di nascosto fino a quando l’intervento dei carabinieri, con la prima perquisizione a carico del prete avvenuta un mese fa, non li ha interrotti. Tra i messaggi emersi anche uno in cui il prete scriveva che “quando ci vediamo ti consumo di baci”. Anche altri genitori si sarebbero resi conto che qualcosa non andava nei rapporti tra il prete e i loro figli, e dalle carte dell’inchiesta risulta che alcune madri sentite dai carabinieri avrebbero riferito di aver trovato chat compromettenti, nelle quali c’erano apprezzamenti fisici sui ragazzi con frasi come “che fighetto… sarai un rubacuori” o vocali nei quali si parlava di “bacini”.

Il Gip: “Soggetto propenso alla pedofilia”

Nell’ordinanza di custodia cautelare, il Gip, pur riconoscendo alla Chiesa la tempestività del provvedimento di sospensione, ritiene padre Melis, “un soggetto pericoloso che insegue il suo istinto pedofilo”. “La pericolosità di Melis emerge proprio dalle modalità con cui ha agito – scrive il Gip– approfittando della sua qualità di sacerdote, tale da ingenerare fiducia nei minori e indurli a mentire ai genitori; ha attirato i minori nei suoi appartamenti, tutti adiacenti a luoghi di culto e quindi ritenuti sicuri dai ragazzini; li ha letteralmente ricoperti di regali, facendoli accedere a tutto ciò che un adulto proibisce ai minori e cioè fumo e alcool, cominciando pian piano a sondare una loro eventuale disponibilità per atti sessuali”.

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