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Canapa, Veneto terzo produttore: «A rischio un settore da 75 milioni»

Canapa, Veneto terzo produttore: «A rischio un settore da 75 milioni»

foto da Quotidiani locali

Il mondo agricolo è in rivolta, dopo l’approvazione in commissione alla Camera dell’emendamento del governo al Ddl sicurezza che introduce una stretta sulla cannabis light. Se il provvedimento sarà confermato dall’aula, non sarà più possibile utilizzare la pianta di canapa sativa nella sua interezza. Ma solo lo stelo. Con pesanti ricadute sul comparto della canapa industriale, un settore in crescita e trainato dall’imprenditoria giovanile.

Per la Confederazione Italiana degli Agricoltori (Cia) è «una grave sconfitta per la libera impresa in Italia». Per le associazioni che tutelano gli imprenditori della canapa, che auspicano l’apertura di un confronto con le istituzioni, è un provvedimento che va nella direzione opposta alla strada tracciata dall’Unione Europea.

Le ricadute saranno importanti in Veneto che, stando ai dati diffusi dalla Cia, è la terza regione d’Italia (dopo Toscana e Lombardia) per ettari vocati alla canapa industriale: 64 su un totale nazionale di 487. Circa un 15% della produzione italiana. Nel nostro Paese, il settore vede 3 mila aziende attive, con 10 mila operatori stabili e altrettanti stagionali impiegati nella raccolta. Sempre secondo la Cia, la filiera dei produttori di canapa legale genera a livello nazionale circa 500 milioni di euro di fatturato annuo. Il giro d’affari in Veneto può essere stimato sui 75 milioni di euro.

La canapa è destinata al mercato della cosmesi, come pianta officinale per la produzione di birra, nel settore florovivaistico, ma soprattutto per l’esportazione.

«Le potenzialità di questo mercato sono in continua crescita, ma limitate da un costante attacco normativo. È un mercato che a oggi sarebbe ancora più florido, se ci fosse una normativa chiara», spiega Lawrence Myall, 34enne segretario dell’associazione Imprenditori Canapa Italia. Insieme ad altri due giovani soci, Myall è titolare dell’azienda agricola Agroselectiva che, certificata al registro ufficiale dei produttori, coltiva nelle campagne di San Donà le più pregiate varietà di canapa sativa linnaeus.

Attiva dal 2018, l’azienda, se il Ddl sicurezza dovesse diventare legge, rischierebbe di dover chiudere. «È da sei anni che rispettiamo tutti gli obblighi fiscali e burocratici, pagando le tasse e versando contributi. Lavoriamo a stretto contatto con le forze dell’ordine», spiega Myall. «Sono stati fatti molti investimenti, anche in sistemi di tracciabilità per poter garantire la liceità dei prodotti. Abbiamo speso oltre sei anni della nostra vita in un’azienda in crescita. Contiamo due dipendenti e saremmo interessati a impiegare altre due persone. Ma non ci sentiamo sicuri nel poter proseguire la nostra attività».

Mentre l’Europa propone bandi per sostenere i produttori, in Italia si va nella direzione di tarpare le ali al comparto. «Auspichiamo l’apertura di un confronto con le istituzioni», aggiunge Myall, «Da tempo siamo conducendo delle campagne di sensibilizzazione e informazione. Abbiamo organizzato già diversi incontri con le forze politiche di opposizione e maggioranza, presentando dati scientifici oggettivi e proponendo noi stessi dei sistemi di controllo. Ci auguriamo che questo lavoro possa sensibilizzare chi deve decidere. Auspichiamo che anche la Regione Veneto, che è sempre stata vicina al comparto agricolo e alle piccole imprese giovanili, possa far sentire la sua voce a livello nazionale per un confronto concreto e non ideologico».

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