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Sindaco e prefetto di Treviso denunciati per gli autovelox: ecco perché

Sindaco e prefetto di Treviso denunciati per gli autovelox: ecco perché

Mille multe in quattro mesi dagli impianti in tangenziale. Presentati gli esposti di Altvelox, chiesto il sequestro dei sistemi. Il Comune di Treviso: «Andiamo avanti, noi crediamo nella sicurezza»

Le mille sanzioni staccate dai due impianti autovelox della tangenziale di Treviso in questi 4 mesi dalla sentenza della Cassazione che ne ha contestato l’omologazione lunedì 5 agosto hanno avuto il primo pesante effetto: 4 denunce.

A presentarle è stata Altvelox, “Associazione nazionale tutela utenti della strada” dell’ex poliziotto bellunese Gianantonio Cervini Sottile. Sotto accusa il sindaco Mario Conte, il prefetto Angelo Sidoti, il comandante della polizia locale Andrea Gallo e l’assessore Andrea De Checchi.

L’accusa di truffa e non solo

L’accusa più pesante mossa dall’associazione è quella di truffa, legata a doppia mandata alla sentenza con cui la Cassazione (accogliendo il ricorso di un automobilista trevigiano) ha cancellato la sanzione inflitta da uno degli autovelox, riconoscendolo un sistema elettronico «approvato» ma non «omologato» e quindi, di fatto, amministrativamente non conforme alla normativa.

Il Comune, secondo l’associazione, avrebbe dovuto spegnere tutti i rilevatori (compreso uno mobile), ma Ca’ Sugana ha continuato a registrare le infrazioni e poi notificarle «dopo un periodo di approfondimenti normativi», come ha spiegato il comandante della polizia locale Andrea Gallo. «Si tratta di sanzioni ingiustificate» incalza l’associazione, «la Cassazione sui velox è stata chiara».

E puntando il dito sui milioni di euro di incasso fatti in passato grazie ai velox, e sugli introiti futuri chiama in causa la truffa. Ma non solo. L’associazione ha denunciato i quattro anche per frode processuale, mancata tutela, falso in atti pubblici. Sindaco e il prefetto anche per diffamazione.

«Ora vanno sequestrati»

Altvelox ha chiesto alla Procura il sequestro dei velox in tangenziale e già si minaccia ulteriore battaglia qualora i sistemi non vengano di fatto bloccati perchè «ne conseguirebbe annosa, reiterata e quotidiana ingiusta lesione, da parte degli enti preposti, dei diritti dei consumatori e degli utenti della strada con l’indebita richiesta e riscossione di somme non dovute».

Il Comune fa muro

«Io sto dalla parte dei familiari e vittime della strada, e della sicurezza stradale» ha replicatoieri mattina il sindaco di Treviso Mario Conte. «Una denuncia non mi farà desistere. Per me la tutela della comunità e dei cittadini viene prima di tutto». E dal comando ribadiscono che l’intenzione di mantenere accesi i sistemi e notificare le multe è stata presa dopo «aver consultato professionisti e legali in materia».

Ma è terremo minato. «Le regole valgono per tutti, anche per le amministrazioni» sottolinea infatti più di qualcuno. «Se la Cassazione ha detto che non vanno bene...». Il nodo, come sempre, è figlio di un cavillo. Il Ministero (cui spetta l’omologazione dei velox) non l’ha mai fatta considerando «omologato» e «approvato» come sinonimi. Peccato che l’abbia scritto solo in una circolare, «che però no è la legge» ha decretato la Cassazione.

Dalla maggioranza ieri sostegno a tutti i denunciati: «L’autovelox non è un mezzo per fare cassa bensì per tutelare la sicurezza stradale e la scelta di continuare a rilevare le infrazioni è assolutamente di buon senso. Ci sono mezzi che raggiungono i 200 km/h: il dispositivo rappresenta un deterrente ed è fondamentale in termini di prevenzione» scrivono insieme Christian Schiavon (Lega), Giuseppe Basso (Lista Mario Conte Sindaco) e Guido Bertolazzi (Fratelli d’Italia).

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