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Il presidente del Gect striglia i goriziani: «Poco entusiasmo rispetto a Go!2025»

GORIZIA Riscaldare i goriziani, un po’ troppo “freddi” nei confronti di Go!2025. E migliorare i rapporti con Go!2025. All’insegna del motto che si lavora bene ma si potrebbe lavorare meglio.

Paolo Petiziol, appena riconfermato alla guida del GectGo, guarda al bicchiere mezzo pieno ma non si scorda, anche, di quello mezzo vuoto. È ottimista, eppure non nasconde che qualche criticità c’è sulla via della Capitale europea della cultura.

Petiziol, è felice di questa riconferma?

«Sì, ma è un grande sacrificio. Lo faccio con tutto il cuore perché questa, a mio parere, è l’ultima possibilità per Gorizia di tornare ai fasti del passato. Ho 78 anni e la difficoltà è di coniugare la testa con il corpo che invecchia. Stiamo facendo delle belle cose e mi sento davvero molto gratificato. La squadra funziona e ha grandi meriti. Ma c’è un problema».

Quale?

«Al Gect siamo in pochi. Quindici in tutto con qualche collaboratore esterno. Mi limito a ricordare che a Novi Sad lavoravano in 150 e, a Matera, addirittura in 200: entrambe Capitali della cultura nel recente passato. Sono cifre da rabbrividire se rapportate alla nostra realtà. Ma mettiamola così: più che guardare alla quantità, a me interessa la qualità, e ce n’è tanta».

Però, c’è l’ente sloveno (Zavod) Go!2025 che lavora. Come sono i rapporti?

«Buoni. Ma sarebbe bello, questo lo devo dire, che Gect e Zavod fossero più organici».

Cosa intende dire?

«Andare insieme, mano nella mano, con Zavod qualche volta non è così semplice. Faccio un esempio: io non posso pubblicare sulla piattaforma una notizia se non c’è l’autorizzazione dell’ente sloveno. Vogliono farlo loro, vogliono metterci il timbro. Ma Gorizia va, comunque, avanti da sola. Del resto, lavoriamo tutti con lo stesso obiettivo: far sì che la Capitale sia un successo».

Un altro problema, evidenziato da molti, è che i goriziani sono un po’ freddi nei confronti di Go!2025. Concorda?

«Sì, a Gorizia è un problema endemico. Purtroppo succede anche per altri eventi, e lo dico anche nella funzione di presidente della Fvg Orchestra. La città difficilmente si scalda, non si vede l’entusiasmo. La speranza è di riuscire a contagiare Gorizia con la nostra carica perché è fondamentale per la buona riuscita di Go!2025. Ci deve essere la consapevolezza che si sta giocando una partita fondamentale per il futuro».

Altra fonte di preoccupazione sono i tanti, forse troppi cantieri che devono completarsi per il 2025. Saranno pronti?

«Il GectGo, su questo tema, non mette il naso. Troppi cantieri? Diciamo che molti di essi sono venuti fuori grazie al Pnrr. Ed era giocoforza “approfittare” di quel serbatoio di denaro. Per me, saranno pronti. Anche a Novi Sad la situazione era la stessa, poi tutti i problemi sono stati superati».

Obiettivi di questo secondo mandato?

«In primis, quello che ci preme è di rimettere i comitati al centro dell’azione del Gruppo europeo di cooperazione territoriale. È un percorso già iniziato ma di medio-lungo periodo che sta già dando i primi frutti. Non meno rilevante è l’individuazione di bandi europei per il periodo post-2025: è uno degli obiettivi trasversali del lavoro svolto dai comitati che ricordiamo essere relativi ai seguenti e importanti temi: trasporti, salute, ambiente, urbanistica, cultura e formazione, sport, energia».

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