Cittadella della Giustizia, dalle tabacchine ai giudici e avvocati: la nuova vita della Manifattura
Della grande fabbrica che per due secoli ha diffuso odore di tabacco per tutta la città, impiegando oltre 1500 operai, anzi, per lo più operaie – le famose “tabacchine” – è rimasta la pianta di base, le colonne in ghisa dei grandi saloni dove venivano confezionate le sigarette, le scale interne in ferro battuto.
Ora, completamente ristrutturata dal Comune (con fondi statali del piano per le periferie) dopo anni di lavori, la Manifattura Tabacchi – la fabbrica dedicata alla lavorazione del tabacco che ha aperto nel 1786 per volere dell’appaltatore Girolamo Manfrin, grande importatore di tabacco, su progetto dell’architetto Bernardino Maccaruzzi, che le aveva dato una facciata da “villa veneta” – si prepara ad accogliere il Tribunale civile, la Procura europea Eppo, la sede dell’ordine degli avvocati.
E, ancora, l’ufficio periferico del ministero della giustizia, addetti al processo, la Sezione di controllo e Procura regionale della Corte dei conti. Mentre la Corte giudicante resterà nello storico palazzo dei Camerlenghi.
Un restauro luminoso, con grandi saloni sui quali si affacciano gli uffici dei giudici, le cancellerie, l’archivio, le aule.
L’effetto è di luce, tra grandi vetrate e capriate riportale alla vista, contrariamente a quanto accade per l’ala “nuova” che ospita da anni Procura e Tribunale penale, con le vecchie sbarre ancora alle finestre e spazi spesso soffocati e soffitti bassi.
Ora manca un ultimo lotto, su tre, di lavori per completare l’opera di recupero della La Manifattura Tabacchi di Venezia – che con il Regno d’Italia entrò nei monopoli di Stato – e che chiuse l’attività nel 1996, rimasta con solo 178 dipendenti (e non più compatibile con la vita e la sicurezza della città e di chi la vive).
«Il trasloco è partito», dice il presidente del Tribunale Salvatore Laganà, «dal primo settembre, le prime udienze dopo la ripresa post feriale. In questo momento le urgenze saranno a Rialto. L’attività ordinaria si farà, invece, direttamente alla Cittadella. Ora bisognerà mettere fascicoli, allestire archivi e le aule di udienza. Faremo un’inaugurazione ufficiale spero a metà settembre e spero alla presenza del ministro Nordio e tutti coloro che hanno preso parte a questa attività. Sono abbastanza soddisfatto, le sedi sono luminose spaziose. Per chi abita fuori Venezia sarà un vantaggio e la sede sarà un po’ meno disagiata. Molti infatti nel passaggio da piazzale Roma a Rialto avevano difficoltà. Ora, chi arriva a piazzale Roma arriva in Tribunale».
«Dispiace andar via da Rialto, ma dobbiamo tener conto delle esigenze dell’utenza di tutto il Veneto per il quale abbiamo competenza in molte materie essendo un Tribunale distrettuale. E le esigenze dell’utenza sono la cosa più importante», prosegue il presidente, che però esclude che gli spazi lasciati liberi nella fabbrica Sansoviniana di Rialto possano avere destinazione privata.
Iniziando dall’aula della Corte d’assise, che è vincolata dalla soprintendenza e dovrebbe restare a disposizione degli uffici giudiziari.
«Le fabbriche del Tribunale resteranno a utilizzo pubblico», dice Laganà, «si vedrà successivamente come, ma intenzione del ministero è continuare a utilizzarli per questi scopi. Non diventerà mai albergo, è proprietà dello Stato. Nessuna intenzione di farlo diventare qualcosa di diverso. Uffici pubblici, forse con una sezione della Corte dei conti, ma certamente resterà a disposizione del pubblico».