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Torre, Pili, Pums: i progetti a rischio stop

Torre, Pili, Pums: i progetti a rischio stop

foto da Quotidiani locali

Dal Bosco dello Sport al recupero dell’ex Ospedale al Mare del Lido. Dall’area ex Umberto I di Mestre al progetto della torre in viale San Marco.

Passando, ovviamente, per l’adozione del Pums (il piano urbano della mobilità sostenibile), strategico per ridisegnare la mobilità della città e i collegamenti tra la terraferma e la città storica.

Sono tante le sfide urbanistiche e non solo - in alcuni casi con i lavori già appaltati, in altri in attesa di varianti e progetti - che attendono Ca’ Farsetti a settembre, al ritorno dalle ferie. In alcuni casi il consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi per gli ultimi passaggi.

Il banco di prova per la tenuta della maggioranza che, nel Consiglio comunale di venerdì, ha rinnovato la fiducia al sindaco Luigi Brugnaro. Ma che non si può dire quietata.

«Fiducia data proprio per non fermare la macchina amministrativa, ci sono i grandi progetti ma anche gli interventi ordinari» dice Deborah Onisto, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, «ci aspettiamo che non ci siano rallentamenti, per noi si va avanti spediti».

Ma sono le voci di Fratelli d’Italia che bisogna raccogliere e ascoltare per capire l’aria che tira.

«Grandi progetti? Andiamo avanti senza dubbi, almeno che i dubbi non li abbia la magistratura», dice Francesco Zingarlini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, mettendo le mani avanti.

Alcuni dei progetti previsti, infatti, vengono citati nelle carte dell’indagine, spesso segnalati come critici, ma senza che - va detto - vi siano contestazioni, sul profilo penale, della procura di Venezia.

È il caso del Bosco dello Sport previsto a Tessera per il quale, secondo l’indagine, Boraso prima dell’arresto stava cercando, senza però esserci riuscito, di agevolare aziende amiche. I lavori per il progetto, divisi in sei distinti appalti, sono stati assegnati e i lavori sono iniziati.

Altra questione riguarda la torre Setten da 60 metri prevista in viale San Marco, al posto dell’ex campo da calcio. Il via libera della giunta al piano da 20 milioni, di cui 3 per opere pubbliche, risale alla primavera del 2023. Ma il rapporto tra l’azienda sponsor della Reyer e il Comune è uno di quelli tra i più critici indicati nell’atto d’accusa della procura.

E ancora l’area dell’ex Umberto I, progetto promosso da Alì (sponsor Reyer) per il quale però il Comune ha chiesto di rivedere la posizione delle torri che, nella prima versione del progetto, facevano troppa ombra alle case vicine.

E, per restare ai grandi progetti, c’è anche il recupero dell’ex ospedale al Mare (un intervento che non è stato nemmeno sfiorato dalle indagini) dell’imprenditore tedesco Frank Gotthardt che vuole realizzare un importante centro di ricerca sanitario. Sono tutti percorsi instradati - fanno sapere Ca’ Farsetti - quindi non ci saranno problemi.

«Tutti questi grandi progetti», dice Alex Bazzaro, il capogruppo della Lega che venerdì ha idealmente regalato la tessera del Carroccio al sindaco, «sono il motivo per cui abbiamo bisogno di un sindaco e non di un commissario, sono opere strategiche nell’idea di città che abbiamo condiviso come maggioranza e che abbiamo votato come un consiglio».

Dai grandi progetti al Pums, il Piano urbano della mobilità che ritorna spesso nell’atto d’accusa della procura, indicato come il piano B per mettere a profitto l’area dei Pili dopo il fallimento - per l’accusa - della trattativa con mr Ching.

Il Pums prevede un hub intermodale anche a San Giuliano e in una parte dei Pili, aree che dovranno essere espropriate.

Un progetto che ha permesso alla società “Porta di Venezia” - di proprietà del sindaco, convogliata a dicembre 2017 nel blind trust - di rivalutare i terreni di 70 milioni di euro.

«Per il Pums serve la massima cautela e trasparenza», dice Bazzaro, «prima di approvare qualcosa che modifica la mobilità da qui al 2030 è necessario studiare bene tutta la documentazione».

Tre le parole d’ordine della Lega sul Pums: «Cautela, attenzione e trasparenza».

Anche Zingarlini (FdI) lo dice chiaramente: «Sul Pums non è stato approvato nulla di definitivo, va aperta una serie riflessione e proprio per questo è necessaria quanto prima, entro la fine dell’estate, una guida politica che prenda in mano le deleghe sulla Mobilità e le gestisca con responsabilità. Non credo che il sindaco voglia e possa avere anche questa delega».

A luglio, in vista dell’adozione del Pums da parte della giunta, era iniziato il confronto con le Municipalità, coordinato proprio da Onisto, presidente della Commissione sulla Viabilità ma l’inchiesta e l’arresto di Boraso hanno interrotto il percorso.

«Le commissioni sono state ovviamente revocate, contiamo di riprendere a settembre», aggiunge Onisto, «non appena sarà chiaro chi si dovrà occupare di Mobilità».

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