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L’Iran scalda i muscoli, jet israeliani sui cieli di Beirut. La diplomazia è al lavoro: Biden parla con al-Sisi

Polveriera mediorientale, l’Iran prende tempo ma conferma la vendetta su Israele. “L’incertezza sulla data della ritorsione costituisce “parte della punizione” per Israele. Lo ha detto – citato dal Times of Israel – il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah invitando i membri dell’“asse della resistenza” sostenuto dall’Iran in Iraq e Yemen a continuare a sostenere Gaza. “Il […]

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Polveriera mediorientale, l’Iran prende tempo ma conferma la vendetta su Israele. “L’incertezza sulla data della ritorsione costituisce “parte della punizione” per Israele. Lo ha detto – citato dal Times of Israel – il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah invitando i membri dell’“asse della resistenza” sostenuto dall’Iran in Iraq e Yemen a continuare a sostenere Gaza. “Il pericolo israeliano non può essere affrontato nascondendo la testa sotto la sabbia, perché il nemico non ha linee rosse”, ha aggiunto il leader di Hezbollah. Che ha sottolineato che anche l’Iran è stato costretto a unirsi alla battaglia dopo l’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran.

L’Iran prepara l’attacco: razzi dal Libano verso la Galilea

Nel pomeriggio una raffica di razzi è stata lanciata dal Libano verso la Galilea e le alture del Golan. Lo riporta il Times of Israel. Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom ha dichiarato di non aver ricevuto segnalazioni di feriti nell’attacco. Intanto sui cieli sopra Beirut aerei militari israeliani “a bassissima quota” hanno infranto la barriera del suono. I vetri delle finestre hanno vibrato durante il forte boom sonico. “Il nemico rompe il muro del suono sulla periferia sud” di Beirut, tradizionale roccaforte degli Hezbollah libanesi, per spaventare le persone riunite per la cerimonia a una settimana dall’uccisione del comandante di Hezbollah, Fuad Shukr”. Così  Nasrallah, dopo che i media libanesi hanno riferito dei sorvoli.

La diplomazia è al lavoro: Biden sente il presidente egiziano al Sisi

La diplomazia occidentale è al lavoro per evitare l’escalation. Il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha parlato oggi con l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani del Qatar e, separatamente, con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.  “Per discutere gli sforzi diplomatici per allentare le tensioni nella regione e portare l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi a conclusione”. Lo dice il portavoce del National Security Council Sean Savett, in una nota. Il ministro degli Esteri giordano Ayman al-Safadi ha parlato telefonicamente con il Segretario di Stato americano Antony Blinken e ha discusso con lui le “misure necessarie per fermare la pericolosa escalation in Medio Oriente”. Lo ha riferito il ministero degli Affari Esteri della Giordania.

Meloni sente il re di Giordania Abdallah II

La premier Giorgia Meloni, come riferisce una nota di Palazzo Chigi, ha avuto un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdallah II. Nell’esprimere “profonda preoccupazione per le crescenti tensioni in Medio Oriente”, Meloni ha ringraziato Re Abdallah per la sua leadership “nell’instancabile ricerca di una pace sostenibile condividendo con l’interlocutore l’assoluta necessità di evitare una regionalizzazione del conflitto”. Sottolineando “l’importanza di veicolare a tutte le parti inviti alla moderazione e all’astenersi da iniziative che possano allontanare prospettive di dialogo”.

L’Italia ha un ruolo consolidato nello scacchiere internazionale

Il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale è ormai consolidato e può diventare ancor più importante e significativo. “La stessa presenza, ormai da tempo, di nostri soldati in Libano può aiutare in una zona in cui il nostro governo è riconosciuto come partner solido e affidabile. Va fatto ogni tentativo possibile per evitare che la situazione precipiti”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri alla Camera Giangiacomo Calovini, a margine dell’audizione del ministro Antonio Tajani alle commissioni Esteri riunite di Montecitorio e Palazzo Madama.

 

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