La Filarmonica di Sacile perde il suo storico bombardino: morto Matteo Sajeva
SACILE. Quella di via Carducci 18 è stata per lui la seconda casa. Matteo Sajeva lo trovavi sempre in sede, alla Filarmonica di Sacile, alle prese con la musica e i suoi amati ottoni, ma anche con la scuola, il coro, l’organizzazione di concerti e servizi.
Da qualche anno, però, era stato costretto a ritirarsi e, a cercarlo, seminascosto dal suo inseparabile bombardino, non lo trovavi più tra le fila degli orchestrali filarmonici. Ma quell’immagine non sbiadirà perché di lui, scomparso a 78 anni, sono in tanti a serbare il ricordo: quello di un uomo affabile ma rigoroso, di un musicista appassionato e generoso.
Matteo Sajeva, originario della provincia di Padova, era approdato a Sacile negli anni Settanta; era entrato subito a far parte della grande famiglia della Filarmonica. Alla musica si era avvicinato fin da piccolo, in collegio al Villaggio San Antonio di Noventa Padovana: attratto da subito dalla tromba, era poi passato al bombardino o eufonio e al trombone a tiro.
Pur non avendo frequentato accademie o conservatori, guidato da una potente passione e da un innato talento, era diventato uno degli strumentisti di punta della Filarmonica di cui ha ricoperto per un decennio anche il ruolo di segretario (con i presidenti Giampietro Bertolini e poi con Luigi Gasparotto).
Era infaticabile, attento non soltanto a conti e pratiche, ma ai corsi strumentali della scuola e soprattutto al coro di voci bianche “Vittorino da Feltre” di cui seguiva con puntiglio tutte le prove, insieme ai maestri Franco Gava e Mario Scaramucci. «A lui non bastavano sette sere alla settimana per prove e concerti – ricorda Valter Carniello, attuale segretario della Filarmonica – perché collaborava praticamente con tutte le bande del territorio, da Sesto a Cordignano, da Porcia a Tamai, per non parlare della Fanfara dei Bersaglieri in congedo di Pordenone e della Fanfara alpina Madonna delle Nevi».
Dove si suonava là era il posto di Matteo Sajeva che, con Valter Carniello, faceva parte anche del gruppo ottoni creato dal “Comandante” Angelo Covre. Oltre alla famiglia musicale, c’era la sua chiassosa famiglia con tre figli – Riccardo, Enrico e Stefania – e nove nipoti. Quando ne parlava gli occhi gli ridevano e sembrava incredulo di essere attorniato da quello stuolo di giovani vite.
Incredulo e orgoglioso delle loro scelte, in particolare di quelle di Stefania, oggi membro del team della European Youth Orchestra. «L’ha voluta Abbado», diceva Matteo, scuotendo la testa e ridendo. Quella era la sua preziosa eredità.