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Due turisti australiani accoltellati a Venezia. Patteggiano i giovani aggressori

Due turisti australiani accoltellati a Venezia. Patteggiano i giovani aggressori

foto da Quotidiani locali

Un incrocio casuale sul ponte dell’Accademia in una notte di ottobre, e tra una coppia di amici veneziani e una di australiani era scoppiata una lite improvvisa quanto furiosa, per un insulto.

E dalle spinte si era passati ai pugni e poi era saltato fuori il coltello, nelle mani di un ventenne veneziano, che aveva colpito, con violenza: quattro ferite ai polmoni e al fegato, con ricovero e intervento d’urgenza per uno dei due giovani stranieri (con prognosi superiore ai 40 giorni). E due ferite al petto anche per l’altro turista.

Poi la fuga nella notte, che si è conclusa a marzo, quando le forze dell’ordine sono riuscite a individuare i due giovani e il pubblico ministero Roberto Terzo li ha accusati di tentato omicidio, facendoli finire agli arresti domiciliari: la giudice per le indagini preliminari aveva concesso la custodia cautelare, modificando l’accusa in lesioni aggravate, ma il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio dei due giovani mantenendo l’accusa iniziale: tentato omicidio.

E mantenendo l’imputazione iniziale della Procura - mercoledì 7 agosto, davanti alla giudice per le udienze preliminari Claudia Ardita - questa brutta storia si è conclusa con un patteggiamento, dopo che le vittime sono state risarcite con 60 mila euro.

Accusa e difesa hanno trovato un accordo sulla pena: Filippo Striano, 21 anni, difeso dall’avvocato Renato Alberini ha patteggiato 5 anni di reclusione (senza precedenti, ha potuto usufruire delle attenuanti generiche, partendo da una pena base di 9 anni, diminuita dal rito). È stato lui a colpire e per il momento resta agli arresti domiciliari. La difesa valuterà se ricorrere in Cassazione, contestando che ci sia mai stata la volontà di uccidere e chiedendo una riqualificazione dell’accusa. Intanto, però, il patteggiamento è definito.

Tre anni e 4 mesi la pena invece patteggiata dall’amico Leonardo Viti, 22enne residente a La Spezia (difeso dall’avvocato Nicola Canestrini): per l’accusa aveva sì partecipato alle prime parti della lite e dell’aggressione, ma non ha impugnato il coltello.

Lunghe e complesse sono state le indagini degli inquirenti. Nelle mille pagine del fascicolo sono state infatti raccolti tutti gli indizi che hanno permesso alla Polizia di risalire all’identità dei due. Decisive anche le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso la scena.

In quella notte di sangue di ottobre, intorno alle tre, tutto sarebbe nato da un’offesa in inglese pronunciata all’indirizzo dei due ragazzi dal gruppo di turisti australiani, che da campo Santa Margherita stava per raggiungere il ponte dell’Accademia. I due ragazzi intuiscono che l’offesa era rivolta proprio nei loro confronti, si fermano e tornano indietro. A quel punto si scatena una violenta aggressione. Ne nasce un parapiglia. Invano gli australiani cercano di spiegare il senso di quello che avevano detto, si tentano interventi pacificatori, ma alla fine la situazione degenera.

Dopo le offese e le prime schermaglie, compare una lama. Parte una prima coltellata, poi una seconda: al torace. A farne le spese sono i due turisti che restano sul posto, sanguinanti, mentre i due accoltellatori si dileguano nella notte. Resteranno due aggressori sconosciuti per qualche mese. Fino a marzo.

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