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Chissà perché Donald Trump ha cambiato idea sui Bitcoin

Solo quattro anni fa li aveva definiti una "truffa". Ora ne è un grande fan

L'articolo Chissà perché Donald Trump ha cambiato idea sui Bitcoin proviene da Giornalettismo.

Nel giro di quattro anni si possono cambiare le proprie idee. È paradossale, però, come si passi dal definire un qualcosa come “truffa” a puntare parte della propria campagna elettorale su quella stessa cosa. La dinamica del paradosso, tipica della comunicazione politica a ogni latitudine, è uno dei simboli delle imminenti elezioni Presidenziali americani e il caso della posizione mutata di Donald Trump sui Bitcoin e sull’universo delle Criptovalute ne è l’emblema. Ma perché il pensiero dell’ex Presidente e candidato Repubblicano è cambiato così radicalmente?

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Solo qualche anno fa, lo stesso Donald Trump aveva parlato dei Bitcoin – e delle criptovalute in generale – definendoli una «truffa contro il dollaro statunitense». Dunque, uno sviluppo in quella direzione e un supporto da parte di una Casa Bianca guidata da lui non sembrava essere possibile. Invece, ora, tutto è cambiato. Così come le possibili misure che potranno essere introdotte in caso di sua rielezione (dopo l’esperienza del quadriennio 2016-2020) alla guida degli Stati Uniti.

Trump sui Bitcoin ha cambiato completamente idea

Il coming out sulla sua passione verso le criptovalute è arrivato in occasione del recente Bitcoin Conference di Nashville (Tennessee), in cui ha annunciato anche la creazione – in caso di elezione – di una riserva nazionale per i Bitcoin. Insomma, la criptovaluta deve essere americana e non sarà mai venduta all’estero. Ma non c’è solo questo, perché nel suo discorso appassionato, Donald Trump ha esaltato questo strumento:

«Bitcoin è come l’industria dell’acciaio di cento anni fa. Penso che sia solo all’inizio. In soli 15 anni, Bitcoin è passato da un’idea pubblicata anonimamente su un forum online a diventare il nono asset più prezioso al mondo. È già più grande di Exxon Mobil e presto supererà l’intero mercato dell’argento. E un giorno, probabilmente, supererà anche l’oro. Non c’è mai stato nulla di simile e penso che non abbiate mai visto nulla di simile. La blockchain e Bitcoin non sono solo una meraviglia tecnologica, ma un miracolo di cooperazione e realizzazione umana. È come l’industria dell’acciaio di cento anni fa, che ha costruito l’America e ora la blockchain ha il potenziale di costruire il futuro dell’economia globale». 

Un vero e proprio panegirico, esaltando un modello che ha molte criticità e che non rappresenta un investimento sicuro per i cittadini, a causa della volubilità provocata da fattori interni ed esterni.

Perché ha cambiato idea?

Ed eccoci al punto: perché se prima erano una truffa ora Donald Trump sui Bitcoin ha cambiato diametralmente la sua idea e la sua posizione? Facciamo un piccolo passo indietro, tornando al mese di maggio. Proprio in quei giorni, il Partito Repubblicano e i Comitati elettorali in sostegno di Trump avevano aperto le porte alle criptovalute. Per farla breve: da quel momento, erano accettate donazioni, per la campagna elettorale, anche attraverso Bitcoin e similari. Una mossa che ha portato a un incasso diretto del valore di circa 4 milioni di dollari. Insomma, molti soldi da investire. Ma non c’è solo questo: la rivale nella corsa alla Casa Bianca – la democratica Kamala Harris -, ha sempre parlato di una regolamentazione dei sistemi di blockchain e sulle criptovalute. Dunque, si tratta di un settore che – almeno fino agli ultimi giorni – non trovava una sponda politica. E Trump ha deciso di farla sua. Anche a costo di smentire il se stesso di quattro anni fa.

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