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“La politica non è una partita di calcio”, il campo largo è già fuso. Avs e M5S: mai con Renzi

Campo largo o campo fuso? La seconda. L’ultimo vertice delle opposizioni prima della pausa estiva conferma lo stallo: l’alleanza extralarge per battere le destre non decolla. Avs e 5Stelle (almeno Giuseppe Giuseppe Conte visto che il movimento è spaccato)  non vogliono Matteo Renzi tra i piedi. “La politica non è una partita di calcio, per […]

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Campo largo o campo fuso? La seconda. L’ultimo vertice delle opposizioni prima della pausa estiva conferma lo stallo: l’alleanza extralarge per battere le destre non decolla. Avs e 5Stelle (almeno Giuseppe Giuseppe Conte visto che il movimento è spaccato)  non vogliono Matteo Renzi tra i piedi. “La politica non è una partita di calcio, per di più di beneficenza…”. Così Nicola Fratoianni chiacchierando in Transatlantico sul possibile ingresso del leader di Italia Viva, ex premier, ex Pd, ex sindaco di Firenze. Insomma non basta un’istantanea sorridente accanto a Elly Schlein in campo per sancire l’intesa. Renzi, è il ragionamento della coppia Bonelli-Fratoianni e di Conte, “fa perdere più voti di quanti ne porta”.

Campo largo, campo fuso: Avs e 5Stelle non vogliono Conte tra i piedi

Lui a sua volta fa un semplice ragionamento aritmetico, molto basico: con il centrosinistra diviso dai veti la Meloni tornerà a vincere. Renzi è disposto a fare passi indietro, su La 7, intervistato da Luca Telese,  fa capire che il Jobs Act (che difenderò sempre) non è più un tema all’ordine del giorno. Poi ricorda che è stata la Schlein in un’intervista a Repubblica dopo il voto ad auspicare l’allargamento della coalizione, “non servono veti ma voti”,  a chi non sta con la premier. E Matteo con il suo 2% si sente l’ago della bilancia.

Vertice a Montecitorio delle opposizioni, l’impasse resta

Il vertice a Montecitorio, nell’ultimo ‘giorno di scuola’, non risolve l’impasse. Presenti oltre alla Schlein, i leader di Avs e dei 5Stelle. Convitato di pietra Matteo Renzi. A chiacchiere il tema è costruire e rafforzare un cartello per battere le destre, flagello d’Italia, la sostanza, invece, è la bocciatura di Matteo da parte di due su tre partiti. Non proprio un buon inizio. Anche se per Conte il problema più urgente è la Costituente dopo la Caporetto elettorale per raccogliere i cocci del movimento diviso tra i fedelissimi e i grillini della prima ora che smaniano per defenestrarlo.

Bonelli e Fratoianni: mai con Matteo…

I giornali raccontano che i primi a incontrarsi sono stati Conte e Schlein. “Ci siamo solo salutati”, ha detto l’ex premier. Dopo un passaggio con Bonelli e Fratoianni. Top secret sugli incontri ma è chiaro che la federazione parte in salita e che il ruolo di leader della segretaria dem è tutt’altro che scontato. Il suo secondo alleato per consensi prima di pensare al campo largo deve cercare di stemperare le tensioni all’interno. Non a caso l’ex avvocato del popolo continua a ripetere “prima dobbiamo concludere il nostro percorso verso la Costituente, poi si potrà affrontare il tema”. Glissa invece sul passaggio di Antonio Trevisi a Forza Italia e tace sulla lettera firmata da 11 ex parlamentari  in difesa di Beppe Grillo, meglio pensare alle vacanze. Un altro ostacolo sul cammino è la candidatura di Andrea Orlando alla presidenza della Liguria. Qui a mettersi di traverso non Renzi è Carlo Calenda, a cui il campo fuso guarda come interlocutore migliore del leader di Italia Viva.

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