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Lavori e divieti alla Casa Rossa di Gorizia. Slitta di un mese la fine dei cantieri

Lavori e divieti alla Casa Rossa di Gorizia. Slitta di un mese la fine dei cantieri

foto da Quotidiani locali

GORIZIA Quando si afferma che i cantieri, a Gorizia, sono una corsa contro il tempo perché Go!2025 incombe non è un’esagerazione. Affatto.

L’ultimo esempio riguarda il maxi-intervento alla Casa Rossa. I lavori sono in corso e - fanno sapere i tecnici - «stanno andando avanti senza intoppi e secondo il tabellino di marcia».

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La scadenza

Semmai, c’è una novità riguardante il loro completamento perché l’amministrazione comunale ha sempre parlato di «fine anno» ma, in realtà, il termine è il 31 gennaio 2025, 8 giorni prima l’inaugurazione della Capitale europea della cultura. Ci riusciranno? Non ci riusciranno? Difficile dirlo, l’unico dato certo è che si sta correndo.

Dove emerge la data del 31 gennaio? La si scopre leggendo il testo dell’ordinanza della Polizia locale che introduce tutta una serie di provvedimenti al traffico. Sino alle 18, appunto, del 31 gennaio (data fissata di ultimazione del cantiere) vige il divieto di sosta in una larga fetta di piazzale, il divieto di transito eccetto gli autorizzati mentre, in via Alviano (nel tratto fra largo Fiamme Gialle e via della Casa Rossa), c’è un senso unico alternato. Di conseguenza, in via Kugy, per i veicoli provenienti da via Blaserna in direzione largo Fiamme Gialle c’è il limite massimo di velocità di 30 km/h. Poi, la sospensione della pista ciclabile e la segnaletica idonea di preavviso di “non utilizzo” in prossimità dell’attraversamento pedonale accanto al civico 26 di via Kugy. Da definire i futuri provvedimenti a seconda dell’evoluzione dei lavori.

I finanziamenti

L’operazione non è affatto banale. E lo si comprende plasticamente analizzando le risorse a disposizione. Sul tavolo, ci sono qualcosa come 3,3 milioni di euro: la somma deriva per 1,8 milioni da risorse Pr Fesr 2021-27 e, per 1,5 milioni, da fondi regionali derivanti dall’ormai “famosa” revisione del progetto per la costruzione (poi abortita) del parcheggio multipiano al mercato all’ingrosso di via Boccaccio. A eseguire i lavori, con una durata prevista di sette mesi, è la Ici Coop di Ronchi dei Legionari. Ergo, entro il 31 gennaio, facendo tutti i debiti scongiuri e sperando non vi siano imprevisti di sorta, l’area dovrebbe avere il suo nuovo aspetto.

Il progetto è stato messo a punto dal raggruppamento di imprese guidato dallo studio goriziano di architettura Luigi Di Dato, in cordata con altri professionisti, Favi Spangher architetti associati, il perito Paolo Tomasi, l’ingegner Marco Donda, l’architetto Stefano Lipanje e l’architetto Daniela Divkovic. Un team che sta seguendo con grande puntiglio l’andamento del cantiere su cui, è facile immaginarlo, sono accesi i riflettori della città, viste le alte aspettative.

Il mercato

Ma c’è un problema. La Casa Rossa ospita, ormai da anni, il mercato degli ambulanti. È una location scelta vista l’estrema vicinanza con Nova Gorica. «Sino a settembre - spiega il consigliere comunale delegato al Commercio, Alessio Zorzenon - gli operatori rimarranno al loro posto. Successivamente, anche quell’area sarà interessata ai lavori di riqualificazione e, quindi, dovranno traslocare altrove». Dove? L’ipotesi è di utilizzare l’ampio parcheggio del quartiere fieristico di via della Barca. A rivelarlo è lo stesso Zorzenon. Piena conferma arriva dal segretario generale della Camera di commercio Venezia Giulia Pierluigi Medeot: già perché la Cciaa è la proprietaria di quell’area di sosta. «Zorzenon me ne ha parlato. Stiamo attendendo una richiesta ufficiale da parte del Comune, poi a decidere sarà la Giunta camerale integrata. Non vedo motivi per non accogliere questa richiesta».

Semmai, il problema è un altro. Ovvero: agli ambulanti non piace quell’area. A spiegarlo è Cristiano Zabeo della Fiva-Confcommercio (Federazione italiana venditori ambulanti). «Vorremmo una soluzione di compromesso, rivedendo magari i lotti dei lavori e consentendoci di restare alla Casa Rossa. Comprendiamo le necessità tecniche ma, per noi, sarebbe importante continuare a lavorare accanto all’ex confine». —

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