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Michele Contento, nuova veste e Triestina nel cuore: «Lavoro per forgiare i portieri di domani»

Michele Contento, nuova veste e Triestina nel cuore: «Lavoro per forgiare i portieri di domani»

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Michele Contento è uno dei volti nuovi della Triestina. L'aggettivo nuovo si riferisce solo all'effettivo legame contrattuale con la società alabardata, perché l'ex portiere, attuale preparatore, lo stemma lo ha ben inciso nel cuore e benché la carriera lo abbia portato tra l’altro a difendere i pali di Kras e Ufm, Trieste per Contento è casa. Sarà nello staff delle giovanili, a servizio dei portieri. Un’opportunità nata dalla delusione per l’avventura chiusa a Verona, dove lavorava con Allegretti e Granoche.

«Una volta giunta la voce che ero libero dalla Clivense, avendo già qualche conoscenza con membri dello staff già presenti, è stato facile favorire un incontro, inizialmente con Daniel Spizzo e Kevin Strukelj, i quali mi hanno presentato il loro progetto attorno all'area portieri. Quel primo approccio è stato il collante, perché in principio l'idea di passare da una prima squadra ad una U14 logicamente mi lasciava qualche perplessità, ma quella chiacchierata ed il progetto mi hanno convinto totalmente».

Il passo seguente?

«Ho parlato con la società, con Mark Strukelj e non è stato difficile trovare un accordo, accettarlo».

C’erano scorie dall’avventura precedente?

«C'era da smaltire la delusione per come si è conclusa l'avventura con la Clivense, il distacco da Verona lo davo per scontato essendo legato ad Allegretti con il quale ero arrivato, mi era stata invece proposta in un primo momento la possibilità di rimanere, ovviamente ci avrei pensato perché a Riccardo devo la riconoscenza per avermi portato nel mondo dei grandi dopo le esperienze con le giovanili. Poi la porta mi è stata chiusa e ho perso così tempo. Ho avuto qualche offerta a livello dilettantistico ma non lo stimolo a vincolarmi, alla chiamata della Triestina, di una società professionistica come questa, e considerato il mio attaccamento, ho detto sì con orgoglio. Lo scoramento è alle spalle».

Cosa in particolare la ha attratta?

«L'approccio di questa società mi ha fatto aumentare la consapevolezza della buona scelta fatta».

Di cosa si occuperà?

«Sarò il preparatore dei portieri delle categorie U14 e U13, mentre l'U15 la farà Bernabich, l'U17 Kevin Strukelj e la Primavera Spizzo. Quello che però mi piace, e sarà la forza, è il fatto di aver creato un'area portieri dove assieme lavoreremo su una linea comune, coordinati naturalmente da chi sta ancora sopra, in prima squadra, Alessandro Vitrani. Avere delle linee guida e una metodologia è importante, condividendo, alternandosi all'occorrenza. Questo progetto mi ha convinto appieno».

Il ruolo del portiere evolve.

«Il calcio sta cambiando, cambia il ruolo e quindi cambia il preparatore dei portieri. Lo stereotipo del vecchio preparatore è cambiato, adesso il portiere è stimolato tanto ad essere parte delle dinamiche di squadra, nella tattica, il preparatore deve far fronte quindi ad un tempo che si accorcia e deve concentrare la parte tecnica in quel tempo».

Da questo punto di vista, il tempo alla Clivense la ha aiutata?

«Allegretti mi ha insegnato esattamente questo, ad adattare un allenamento dei portieri alle richieste ed esigenze della squadra. Prepararlo ad ogni situazione più realistica possibile, lavorare con la squadra è l'unica simulazione vera di ciò che accade in campo».

Torniamo alla Triestina, con un focus sui giovani.

«Trovarmi a lavorare in una macchina che funziona è uno stimolo forte per me stesso. Sarebbe bellissimo tornare in futuro in prima squadra, innegabile che il sogno sarebbe farlo per la Triestina. In questo momento faccio per modo di dire un passo indietro alle giovanili ma stimolato al meglio, perché i grandi bisogna solo allenarli, i piccoli invece so che posso anche trasmettere qualcosa nella loro formazione».

La Triestina toccherà Gradisca quest’anno. Bruno Pizzul dice sempre che una volta nell’isontino si tifava Unione.

«È fondamentale riportare l'importanza della società all'ambito regionale, nel tempo si è persa questa cosa. Visti i pregressi bisogna ricostruire. E sarebbe bello, augurando buon lavoro a chi se ne occupa, ricostruire il rapporto con le società dilettantistiche».

Una speranza per il domani?

«Ho davanti persone che mi danno grande fiducia nel lavoro, che possono portare avanti un lavoro serio, che un domani si possa dire che la Triestina ha un'area portieri di un certo livello. E magari un ragazzo attraverso questo tipo di lavoro arrivi dalle nostre giovanili in prima squadra e giochi. Proveremo a fare il massimo per noi stessi e per chi ci sarà in futuro nei nostri ruoli». —

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