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Un’altra medaglia olimpica, l’amore per la famiglia e il Friuli: «Jonny, bronzo di mamma»

Un’altra medaglia olimpica, l’amore per la famiglia e il Friuli: «Jonny, bronzo di mamma»

foto da Quotidiani locali

BUJA. «Sì, mercoledì sera al velodromo olimpico abbiamo davvero capito cosa nostro figlio è riuscito a combinare tre anni fa a Tokyo vincendo l’oro olimpico».

Il giorno dopo la mamma di Jonathan Milan, che mercoledì 7 agosto ha vinto il bronzo nell’inseguimento con il quartetto azzurro al velodromo di Saint Quentin en Yvelines, è raggiante.

Elena e il marito Flavio, ex corridore di gran gamba tra i dilettanti e pure tra i pro, hanno vissuto giorni intensi nella Ville Lumiere. Complice Samira, la fidanzata di Jonny che li ha pure portati alla scoperta della città.

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Non volevano andarci a Parigi i Milan. Attaccatissimi alla loro comunità, volevano replicare quanto fatto tre anni fa: assistere alle gare del figlio dal covo dei tifosi, il Bar Ugo di Ursinins Grande. «Ma Jonny, con la complicità di Samira, ci ha fatto trovare i biglietti dell’aereo, l’hotel prenotato accanto al velodromo e non abbiamo potuto dire di no. E direi che ne è valsa la pena».

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Signora Elena, emozioni a raffica...

«Certo, solo il fatto di essere lì a pochi metri da lui, vedere che ci cercava con lo sguardo mentre faceva rulli per riscaldarsi valeva il viaggio. Non eravamo in tanti italiani sugli spalti, ma ci siamo fatti sentire alla grande. Vedere poi il proprio figlio vincere una medaglia olimpica ti dà un’emozione indescrivibile. L’abbiamo visto vincere tappe al Giro d’Italia o due medaglie mondiali un anno fa a Glasgow, ma l’Olimpiade ...».

Faccia un passo indietro: quando l’avete incontrato per la prima volta a Parigi?

«Lunedì, fuori dal velodromo prima della qualificazione. È arrivato con la bici da strad, lo zainetto al caschetto dall’albergo, 10 km per riscaldarsi. Era felice di averci lì. E martedì, dopo la sconfitta con l’Australia in semifinale, siamo rimasti con lui mezz’ora. E solo il fratto di essere lì gli ha tirato sù il morale».

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Cosa gli avete detto?

«Flavio con parole da papà-ex corridore, io con quelle di mamma, la fidanzata da fidanzata l’abbiamo sostenuto. Era amareggiato di non essere riuscito a fare di più».

Voi eravate lì e i nonni a Buja.

«E lui, come sempre quando deve partire per una gara impotante, li ha chiamati».

Tanto poi nonna Marcella teneva tutto sotto controllo a Buja.

«Ecco, la comunità per Jonny è fondamentale. Credo che la nostra gente gli abbia dato una spinta in più. Ci arrivavano foto di amici che addobbavano il paese, le vetrine dei negozi il giorno della finale. Ci credevano, volevano vivere altre emozioni. Ecco, siamo orgogliosi che nostro figlio riesca a regalare emozioni alla sua gente. E lui voleva fare a tutti il regalo di una medaglia, anche se in cuor suo avrebbe voluto portare a casa un altro oro. Non finiremo mai di ringraziare la nostra Buja. Pensi, stamattina mi ha scritto Nicoletta della farmacia Canova per dirmi che nei minuti della gara si sono trovati con i clienti a tifare per Jonny».

Voi avete un altro figlio, Matteo, che corre nella squadra sviluppo delle Lidl Trek, ci ha detto che anche lui sogna di andare alle Olimpiadi...

«Intanto è orgoglioso di suo fratello, poi in verità anche a noi ha comunciato a parlare di pista e altro. Speriamo».

Ci racconti le emozioni della finale...

«Beh, io e Samira urlavamo a squarciagola sventolando le bandiere italiana e del Friuli, Flavio seguiva i tempi. E, quando abbiamo capito che i danesi si stavano disunendo, abbiamo comunciato a festeggiare prima che il nostro quartetto tagliasse il traguardo».

E poi?

«Abbiamo rivisto Jonny dopo due ore ed è stato bello ritrovarsi con genitori e parenti degli altri azzurri, si è creata un’atmosfera meravigliosa».

Cosa vi ha detto?

«”Bene no?”, naturalmente in friulano perchè noi parliamo sempre in friulano. Era raggiante per aver vinto davanti a noi».

E adesso?

«Semplice. Prima torneremo a Parigi ad aspettarlo alla fine di un Tour de France poi andremo a Los Angeles. Tanto c’è nonna Marcella a Buja a guidare i tifosi. La benzina per i muscoli del nostro Jonny».

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