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ATP Montreal, Sinner: “Le Olimpiadi erano il mio più grande obiettivo, do poco peso a cosa pensa la gente”

"I Giochi erano il mio più grande obiettivo, lo dico da inizio stagione" - dice Jannik Sinner. "So che persona sono, non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto"

Dal nostro inviato a Montreal

A distanza di quasi un mese dall’ultima volta Jannik Sinner è finalmente tornato su un campo da tennis, facendo ciò che gli riesce meglio: vincere. Un’ora e mezza di buon tennis basta e avanza contro Borna Coric, che si arrende in due set ad un giocatore troppo superiore. Superiore Sinner lo è anche nella conferenza stampa post partita, rispetto alle critiche che anche questa volta si è dovuto sorbire per la mancata partecipazione alle Olimpiadi. Jannik ha risposto in italiano ad un paio di domande di Ubitennis (quindi se tra qualche ora le vedrete ovunque senza citazione della fonte vi diciamo noi da dove provengono!), affermando quanto segue.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: Considerato quanto male ti ha fatto saltare le Olimpiadi, non ti dà fastidio che continui ad esserci tutta questa retorica del “Jannik Sinner che non si sente abbastanaza italiano”, che non fa lo sforzo in più per andare a Parigi? Dopo tutto quello che hai già fatto per il tennis italiano, non sei un po’ stufo di tutto questo?

Jannik Sinner: “È una domanda a cui non vorrei neanche dover rispondere onestamente. Credo che soltanto io e il mio team sappiamo davvero come mi sono sentito: da fuori è una cosa, da dentro è un’altra. Io soprattutto so come mi sono sentito. Lo avevo detto fin dall’inizio dell’anno che il mio obiettivo più grande erano le Olimpiadi, purtroppo però non ero neanche in grado di alzarmi dal letto. Poi sinceramente di quello che pensa la gente… diciamo che ci do poca importanza, poco peso.

Non sono più sui social, che è una cosa che mi fa molto bene. Poi alcune cose le leggo comunque, è ovvio che quando apri il cellulare ci sono le notifiche e qualcosa lo vedo. So però anche di come sono io come persona e di quali persone ho intorno, che tengono tutte molto a me. Purtroppo questa volta è andata così, ci saranno sempre delle cose belle e altre un pochino più brutte, come questa. Capisco la reazione della gente, sono onesto, però ormai sono qua a Montreal e quello che è successo è successo”.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: visto che giustamente ormai ci lasciamo il passato alle spalle, parliamo del presente. Ad ogni torneo siete sempre tanti italiani, prima della conferenza per dire stavo parlando con Arnaldi, è passato Cobolli, si sono fatti una foto e hanno riso e scherzato. Ti fa sentire un po’ più a casa avere così tanti italiani intorno? Avete tempo per interagire, vedervi, passare un po’ di tempo insieme?

Jannik Sinner: “Penso che questa sia la cosa più bella che ci possa essere. Ho sempre detto che più giocatori italiani abbiamo e meglio è, perché c’è una percentuale sempre più alta di fare belle cose tutte le settimane. È proprio quello che sta accadendo, c’è sempre almeno un italiano che fa un’ottima settimana. Abbiamo tanti tornei in italia, tanti Challenger che magari permettono ad un giocatore giovane di ricevere una wild card per provare anche com’è il livello della top200, top300. Alla fine siamo tutti giocatori che vogliamo vincere e migliorare, ma è ancora più bello quando siamo in tanti”.

Di seguito invece le risposte più interessanti nella (stringata) parte in inglese che aveva aperto la conferenza stampa.

D: “Una domanda veloce sul tennis italiano in generale. Penso che ci siano tre o quattro giocatori nel top 50, e Flavio ieri ha davvero fatto una partita straordinaria contro Felix. C’è qualcosa di particolare che potrebbe spiegare il successo degli italiani in tour in questo momento?”

Jannik Sinner: “Come ho sempre detto, siamo fortunati perché abbiamo tornei junior, futures e molti Challenger in Italia, che potenzialmente potrebbero dare una possibilità ai giovani, avere dei jolly, cercare di capire il livello fino a un certo punto. Poi dopo ci sono anche grandi eventi. A Torino abbiamo le Finals, c’è anche la Coppa Davis dopo gli US Open a Bologna. Abbiamo molto movimento e allenatori fantastici. Le strutture sono molto belle per ottenere quanti più bravi giocatori italiani possibile. Attualmente, come visto anche ai Giochi Olimpici, siamo in un’ottima posizione. È bello vedere una grossa parte del tennis italiano entrare nel tennis mondiale. Molti di noi sono molto giovani e questo è positivo. E soprattutto ognuno è diverso, il che è davvero bello”.

D: “Ci sono alcuni giocatori che hanno avuto una giornata difficile oggi per vari motivi. Tsitsipas ha perso, Ruud ha perso un set, Medvedev ha perso. Come vedi il tuo tabellone? C’è qualcosa in particolare che potrebbe spiegare perché questa giornata sia stata così dura?”

Jannik Sinner: “Non è facile giocare qui in queste condizioni. A c’è a volte un po’ di brezza e la palla vola, quindi non è facile prendere ritmo. È la prima volta da Miami che torno sul cemento, la prima partita è sempre molto difficile. Ho avuto la fortuna di giocare anche un paio partite in doppio, per riprendere le sensazioni del match, però non guardo a chi ha perso o vinto. Al momento guardo a me stesso, al mio gioco, a quello che devo migliorare e a cosa devo fare meglio. Penso che sia quella la cosa più importante per me in questo momento”.

D: “C’è qualcosa che vuoi migliorare nei prossimi giorni?”

Jannik Sinner: “Di sicuro giocare più partite possibili in questa trasferta nordamericana, ma per farlo devo un po’ migliorare il servizio. Sto cercando di muovere la palla. Ho provato alcune variazioni, che non hanno funzionato come volevo, ma dentro di me so che provare ad essere più imprevedibile in campo è la strada giusta”.

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