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Telefoni a intermittenza, terre alte ancora in affanno

Telefoni a singhiozzo. A Piandelmonte, Ronce, Tassei e Medil da mesi la linea fissa funziona a intermittenza. Un giorno va, un altro è muta. Ma a volte capita che anche all’interno della stessa giornata ci siano delle interruzioni.

Nelle case delle terre alte i cellulari prendono poco e male, e i residenti sono costretti ad andare nei giardini per comunicare con il mondo. Un problema annoso, quello che interessa la parte alta del territorio comunale, che Tim sta cercando di risolvere ma che ancora perdura.

«È stato fatto un gran lavoro qualche tempo fa, rifacendo la linea fra Valmorel e Piandelmonte», precisa Paola Dal Farra, che vive a Ronce, «ma qui siamo ancora con i telefoni che vanno e non vanno».

Il problema è localizzato in una centralina che si trova a Tassei, così viene detto ai residenti tutte le volte che segnalano le linee mute.

L’altro giorno, per esempio, è stato possibile raggiungere due di loro chiamando i fissi, ma durante i temporali le linee saltano sempre.

«I tecnici sono bravissimi, vengono subito a ripristinare quando segnaliamo un problema», dice ancora Paola Dal Farra. Ma è anche vero che se le linee saltano di continuo, significa che il nodo del problema non è stato risolto.

E i residenti vivono un disagio non da poco. C’è chi attende comunicazioni dall’ospedale, e spera che nel momento in cui partirà la telefonata la linea funzioni; gli anziani potrebbero non riuscire a comunicare in caso di emergenza. «Qui siamo un po’ fuori dal mondo, non possiamo avere solo i cellulari perché non prendono bene», segnala Dal Farra. «La linea fissa per noi è fondamentale».

Lo conferma Gianni Piol, che vive a Piandelmonte e si ricorda bene com’era la situazione nelle terre alte anni fa.

«Guardi, le posso dire che siamo tornati indietro di 50 anni», afferma sconsolato. «Da decenni queste zone sono trascurate. Ci dicono che vogliono portare la fibra e per questo dobbiamo aspettare, ma nel frattempo abbiamo i telefoni che vanno a momenti. Ma le bollette arrivano, puntualissime. E vogliamo parlare delle strade?».

Dalle terre alte arrivano fotografie eloquenti, di asfalti rovinati, cunette che rischiano di danneggiare le macchine. E via Medil è ancora chiusa, «nonostante da novembre, quando si mosse il terreno, non sia più sceso materiale», continua Piol. «Ci sentiamo un po’ abbandonati, sì».

Nelle frazioni alte del comune vivono un centinaio di persone. Che per continuare ad abitare a Piandelmonte, Ronce, Tassei e Medil devono avere i servizi minimi. Strade decorose, telefoni funzionanti, magari anche un servizio di trasporto. «Trillo invece quassù non arriva», ricorda il presidente di Belluno Alpina Gimmy Dal Farra. «Come mai? Poteva essere l’occasione per dare a queste zone un servizio importante, che manca. Le scelte fatte dimostrano che non siamo sulla strada giusta, se parliamo di mantenere la montagna abitata».

L’auspicio è che il servizio di trasporto a chiamata venga implementato. E che venga risolto una volta per tutte il problema sulle linee telefoniche che continuano a funzionare a intermittenza.

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