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Il progressivo passaggio al touch dei programmi di montaggio in app

Un tempo, l'attività del montatore (e di chiunque volesse editare video) era molto laboriosa e legata a strumenti fissi. Adesso, i social e la preminenza del verticale hanno portato gli sviluppatori a studiare soluzioni più agili

L'articolo Il progressivo passaggio al touch dei programmi di montaggio in app proviene da Giornalettismo.

Sia chiaro: un prodotto video di qualità, che possa avere determinate caratteristiche di pulizia, di linearità dei contenuti, di impatto sull’utente non può prescindere da una linea di montaggio tradizionale. Tuttavia, come abbiamo più volte sottolineato negli ultimi monografici di Giornalettismo, le esigenze della produzione dei contenuti sono cambiate e si sono evolute. Oggi, conta la rapidità, non è necessaria la pulizia, a volte sembra essere premiata addirittura l’amatorialità del prodotto. Per questo motivo, si è venuta a creare l’esigenza di ottenere clip e video editati a partire dai device che maggiormente impieghiamo – i nostri smartphone – e, di conseguenza, di utilizzare dei programmi e delle app di montaggio usabili attraverso il touch screen.

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Il montaggio touch è l’ennesima derivazione della vittoria del video verticale

Ovviamente, questa tendenza era stata immaginata già qualche anno fa, diciamo nel 2014/2015. Da qualche anno, gli iPhone avevano iniziato a essere voracemente utilizzati dai clienti ed era apparso subito chiaro che il nuovo concetto di smartphone passasse anche da tutto ciò che c’era di accessorio rispetto alle chiamate o all’invio di messaggi di testo. A quell’altezza cronologica, mentre Adobe continuava a progettare software di montaggio “vecchio stile”, la Apple proponeva in maniera nativa le nuove versioni di Final Cut, che – già nel loro design – avevano mostrato una certa apertura all’ipotesi che il montaggio potesse diventare qualcosa di realizzabile anche attraverso un touch screen.

La tendenza, poi, è stata effettivamente confermata. E se qualche anno fa il montaggio touch era ancora visto come una scommessa, dopo l’affermazione dei video verticali e delle nuove forme di comunicazione attraverso i social network, è diventato praticamente un’esigenza. Il lavoro del content creator  (sempre in movimento, sempre chiamato ad aggiornare costantemente il suo feed) oltre alla diffusione del mercato degli influencer (chiamati a proporre suggerimenti sui brand in qualsiasi circostanza e in qualsiasi condizione) ha inevitabilmente portato le piattaforme social utilizzate da questi ultimi a studiare soluzioni usabili e alla portata di tutti.

Nel 2019 dalla Cina era iniziata la rivoluzione di JianYing che, un anno dopo, sarà conosciuto in tutto il mondo come CapCut. Sviluppata dalla stessa casa madre di TikTok, è nata proprio per incontrare le esigenze di chi, su quella piattaforma, stava realizzando video con la necessità di un editing agile sui video brevi. Meglio ancora se tutto questo avveniva direttamente sul proprio smartphone attraverso il touch. Il successo è stato tale che solo nel 2023, CapCut contava 200 milioni di utenti attivi ogni mese in media. E questo ha portato i competitor della piattaforma a trovare soluzioni analoghe. Il montaggio video touch, ad esempio, è possibile all’interno di Instagram, sia per i reel, sia per le stories.

Senza contare, poi, le soluzioni a pagamento che prendono sempre di più in considerazione l’idea di perfezionare e di “professionalizzare” in qualche modo anche il montaggio touch e in app: dalle versioni pro di Canva, passando per VideoLeap, inShot e Splice. Anche da questo punto di vista, dunque, quella del video verticale per i social network sembra confermarsi una vera e propria accademia.

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