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Particelle di amianto in un tratto di argine a Marina Nova: scatta la bonifica

Particelle di amianto in un tratto di argine a Marina Nova: scatta la bonifica

foto da Quotidiani locali

MONFALCONE La sponda è risultata composta da terra frammista a particelle di amianto, nell’area antistante la darsena dei pescatori, a Marina Nova. A decretarlo è stato l’esito delle analisi, eseguite come da procedura di legge, nell’ambito del proseguimento del cosiddetto “cantiere Vaia”, in relazione ai danneggiamenti provocati dalla tempesta risalente al 2018, che ora interessa un’ampia zona demaniale per la quale si parla di un investimento complessivo di 1,5 milioni, già stanziati dalla Regione.

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La bonifica

Il tratto rientrante nelle opere di messa in sicurezza e rinforzo degli argini dovrà quindi essere sottoposto a uno specifico intervento di recupero, asporto e smaltimento del materiale contenente la fibra minerale.

Questa operazione comporterà dunque un costo aggiuntivo al cantiere di 220 mila euro, in questo caso garantito dalla copertura economica della Regione attraverso Protezione civile.

Il finanziamento

Il finanziamento in questione è ricondotto a un emendamento che è stato presentato nell’aula del Consiglio regionale, in occasione dell’ultima manovra prima della pausa estiva, dal capogruppo della Lega Antonio Calligaris, e rappresenta «uno degli impegni portati avanti» dal consigliere regionale, come ha specificato lui stesso nel contesto di una conferenza stampa indetta in Municipio assieme all’ex sindaco e attuale assessore ai Lavori pubblici nonché europarlamentare Anna Maria Cisint, nel dar conto delle ulteriori poste assegnate alla città attraverso le risorse della Regione.

Si parte dunque dalla bonifica da amianto a Marina Nova . L’intervento ha evidentemente valenza prioritaria ai fini del proseguimento e del completamento del consolidamento degli argini.

Il prelievo dei campioni

La necessità di eseguire il prelievo dei campioni da sottoporre alle analisi è scaturita nel corso dei lavori di rinforzo delle palancole di tenuta dell’argine, con l’individuazione del terreno di riporto mescolato appunto a frammenti di amianto. Si tratta di una “penisola artificiale” a suo tempo ricavata e delimitata dalle pareti di acciaio infisse sul terreno e riempite di materiale di risulta rispetto alle originarie dune naturali.

Il terreno da bonificare

Il volume del terreno da bonificare è di circa 200 metri cubi, derivanti quindi dallo scavo dietro le palancole esistenti, necessario alla realizzazione del nuovo cordolo di rinforzo. La lunghezza del tratto interessato è di circa 100 metri.

Nel frattempo i lavori sono stati sospesi per attendere la maturazione del calcestruzzo già iniettato nei tiranti infissi nel terreno a sostegno delle palancole e questo tempo è stato sfruttato proprio per le analisi dei terreno da smaltire e per quantificare di conseguenza il costo e attivare la richiesta alla Regione.

Procedura avviata

Ad oggi è stata avviata così la procedura ai fini della bonifica, che richiede l’autorizzazione della modalità di smaltimento da parte di Asugi. Il tutto è propedeutico quindi all’attività di rimozione del materiale da avviare a smaltimento. La bonifica, così come il “cantiere Vaia”, è stata affidata al Comune, in delegazione amministrativa intersoggettiva, attraverso i fondi della Protezione civile imputati a Bilancio.

«L’amministrazione comunale di Monfalcone sta gestendo gli interventi in modo integrato», ha affermato Calligaris, citando anche gli ulteriori 450 mila euro stanziati dalla Direzione Ambiente della Regione, per la prosecuzione dei lavori di consolidamento degli argini, a cui si sommano altri 422 mila euro di fondi Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) ricondotti alle opere sui casoni (il cosiddetto “frittolin”) e 300 mila euro per i dragaggi.—

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