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Inchiesta Venezia, acquisiti gli atti dell’ultimo Consiglio:  i Pili, Ching e la cena a casa Brugnaro

Agli atti dell’inchiesta Palude, è entrato a far parte anche il verbale con le dichiarazioni del sindaco Luigi Brugnaro – qui il discorso integrale – nel corso dell’ultimo Consiglio comunale straordinario, quello del 2 agosto.

Dopo il deflagrare pubblico dell’inchiesta - nel ribadire: «Mai promesso o chiesto nulla a nessuno» - Brugnaro dice anche quello che ormai video, intercettazioni, testimonianze hanno già raccontato: di aver incontrato Chiat Kwong Ching anche a casa propria e di essere a conoscenza del progetto sui Pili.

L’incontro e la cena

«Ad aprile 2016 ho incontrato a Ca’ Farsetti Mr. Ching», ha detto Brugnaro, «uno degli uomini più ricchi di Singapore ed era interessato, per il tramite operativo suo italiano del Dott. Lotti, ad acquistare degli immobili a Venezia. È a questo che fa riferimento il video dell’incontro pubblico nel mio ufficio con Mr. Ching, il Dott. Lotti e tutto il loro staff, alla presenza di assessori e altre persone, che conferma fin dall’inizio la trasparenza del mio operato. Lo rivendico come prova a mio favore. Come negli altri casi, gli sono state illustrate le diverse possibilità di investimento nel territorio, con le schede dei beni alienabili prioritariamente del Comune, Vega e Ive, nonché i vari “buchi neri” come l’ex Ospedale al mare, l’ex Umberto I, i terreni ex Syndial. Vedendo la mappa della città, è stato lo stesso Mr. Ching a chiedere informazioni sull’area dei Pili, sul waterfront. A quel punto gli è stato detto che il riferimento era la società Porta di Venezia, proprietaria dell’area. Solo a dicembre 2017, ho rivisto per la seconda e ultima volta Mr. Ching, che ho ospitato a casa mia, per omaggiare un grande investitore mondiale e per vedere qual era la proposta che avevano preparato. Purtroppo, il progetto era troppo impattante e non mi è piaciuto niente di quello che avevano ipotizzato, ed ho avuto grandi dubbi sulla bontà del progetto stesso, il cui obiettivo principale doveva invece essere la realizzazione del palasport, a servizio della Città. Ci siamo lasciati in maniera cordiale: più rivisti né sentiti».

È la cena in cui - secondo il racconto del “grande accusatore” Claudio Vanin- la trattativa per la vendita dei Pili sarebbe invece saltata a fronte della richiesta di Brugnaro di 10 milioni a fondo perduto, rifiutata da Ching. Nel mezzo - tra il primo e l’ultimo incontro - la Procura ha contestato una miriade di contatti, mail, telefonate tra gli uomini dell’una e dell’altra parte, dopo quel video diventato virale dove Ching chiede se i Pili siano area commerciale o residenziale e il sindaco risponde “qualsiasi roba, sì, fino a 100 metri”. “What you want”, traduce Ceron.

Verbale del Consiglio idealmente rimpolpa il capitolo che i pm Terzo e Baccaglini hanno intitolato «Il riscontro sulla consapevolezza delle illiceità degli accordi: le giustificazioni di Brugnaro e Donadini al Consiglio comunale».

Con l’accusa della «consapevole partecipazione del sindaco Brugnaro e del capo e vice capo di gabinetto Ceron e Donadini agli accordi corruttivi su cui l’intera operazione immobiliare sui terreni dei Pili si fondava, sullo scambio di impegni cui si vincolavano, ossia l’approvazione di varianti urbanistiche e approvazione del progetto finale in cambio del riconoscimento di un prezzo elevatissimo dei terreni inquinati: 80 milioni per il progetto da 168 metri quadrati; ben 150 milioni per 435 mila mq». Se ci fu o meno reato è tutto da verificare.

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I Consigli

Al primo Consiglio, quello del 5 novembre 2020, il sindaco - dopo aver ricordato di aver «partecipato a un’asta pubblica. Cosa farò? Quello che la città vorrà che io faccia» - aveva poi ricordato il suo blind trust: «In questo caso, ahimè non so darvi ulteriori informazioni (...) di cosa avvenga nei rapporti tra privati, cosa si vedono o no. Non c’è alcun atto presentato, approvato o in corso di istruttoria sui Pili».

Al consiglio del 21 ottobre 2020, è la destinazione dei Pili a hub di collegamento con Venezia insieme a San Giuliano oggetto di discussione e la rivalutazione dei terreni di Porta di Venezia, da 5 a 85 milioni. Cita ancora una volta il trust, il sindaco ricorda poi che è la legge 104/2020 a prevedere la rivalutazione dei beni di impresa. E incalza rammentando che il Piano per la mobilità è stato approvato nel 2010, «prevedendo che il nodo di San Giuliano (e Pili) sia integrato con attrezzature per l’interscambio mezzi privati e pubblici ai Pili, nuove fermate Sfmr, tram, autobus, trasporto lagunare. Era già tutto scritto nel 2009!». Poi inserito nel Pat pubblicato nel 2014. Tutto prima della sua elezione.

Ma - si domanda la Procura negli atti - «se certamente quella era la destinazione, sui terreni dei Pili (...) non si spiega in modo lecito l’iniziativa del Brugnaro e del Ceron di offrire quegli stessi terreni al Ching (...)“What you want”».

Il libro inchiesta

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Palude Venezia

192 pag.

in omaggio con la Nuova Venezia solo venerdì 9 e sabato 10 agosto 2024

“Tu non mi ascolti, te lo posso dire? Tu non mi ascolti (bestemmia). Non hai capito, tu non capisci un c…! Mi stanno domandando anche a me che tu domandi soldi. Tu non ti rendi conto, rischi troppo (audio disturbato)... tu non mi stai ascoltando”

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sta parlando all’assessore Renato Boraso. Lo sta mettendo in guardia perché si sta spargendo la voce che prenda tangenti. E ci sono indagini in corso. Lo stesso sindaco è indagato per un concorso in corruzione, ma ancora non lo sa

E’ una inchiesta che parte da lontano, quella sul malaffare veneziano: più di due anni di indagini, migliaia di pagine di atti acquisti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali con trojan installati nei telefonini, microspie negli uffici comunali tra Venezia e Mestre.

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