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Belluno, calano imprese ed export ma il turismo tira

In lieve flessione il numero delle imprese, anche artigiane, e l'export mentre risultati positivi arrivano dalle presenze turistiche: i dati dell'Osservatorio Economia e Territorio di Cna Veneto scattano così la fotografia dell'economia bellunese dopo il primo semestre 2024.

Imprese e artigiani, ancora un calo

Bilancio in rosso per il numero di imprese e imprese artigiane in tutto il Veneto, e Belluno conferma questa tendenza: 13.449 le imprese registrate in provincia al 30 giugno 2024, -3,5% rispetto al 2019 (seconda peggior prestazione in Veneto dietro a Rovigo; il dato regionale è -2%). Non cambia di molto il quadro se rapportato al 2023: rispetto al primo semestre dello scorso anno, il saldo negativo è di 281 imprese. Anche guardando al solo settore artigiano, dove la media regionale è -4%, la situazione non è rosea: tra le Dolomiti risultano iscritte 4563 imprese artigiane, -4,3% rispetto al periodo pre-Covid; a metà 2023 erano 4617. Una performance che piazza Belluno al quarto posto in regione dietro Venezia, Treviso e Vicenza. Belluno sale sul gradino più basso del podio invece per il trend sulle esportazioni: il risultato, pur negativo (-4,6%), è leggermente migliore della media veneta (-5,1%), risultando così la terza “miglior” performance in regione dietro Verona e Padova. 1,329 i miliardi di euro di export del primo trimestre 2024, a fronte di 1,393 dello stesso periodo dello scorso anno.

Prestiti alle imprese, riduzione contenuta

I dati relativi ai prestiti alle imprese nei primi tre mesi dell'anno fanno segnare un crollo pari in tutta la regione al -7,7%; la provincia di Belluno, nonostante come tutte le altre faccia registrare il segno “meno” anche in questo settore, è quella dove questa riduzione si è registrata in maniera minore: -1,6%, pari a 1,5 miliardi di euro. Più che “doppiata” la seconda, Padova (-4%), seguita da Treviso.

Dal turismo le note positive

Arrivano invece dai dati sulle presenze turistiche le notizie positive per la provincia bellunese.

Salgono infatti a 1,322 milioni le presenze registrate tra gennaio e maggio in provincia; nel 2023 (ma in quel caso la rilevazione si fermava al mese di aprile) erano state 1,179. Il trend rispetto al 2023 è stimato in +1,7%. Quello delle presenze turistiche è l'unico comparto in tutto il Veneto che fa registrare numeri positivi in tutte e sette le province; la media regionale del +8,4% conferma quello turistico come uno dei comparti trainanti dell'economia regionale.

I commenti

A leggere i dati elaborati dall' Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto è il direttore di Appia Cna Belluno, Cristian Sacchet: «Questi numeri certificano ancora una volta un trend negativo che si sta trascinando ormai da diversi mesi per la nostra provincia. Il calo delle imprese, una flessione nell'export che è fattore trainante per la nostra economia, una continua crescita delle presenze turistiche: sono elementi importanti che impongono un ragionamento collettivo a livello territoriale. Appia Cna Belluno è da tempo al lavoro su questo, impegnandosi in tutte quelle attività di collaborazione pubblico-privato che puntano a uno sviluppo del territorio basato su nuovi paradigmi; l'economia della conoscenza che mette l'impresa al centro e lo sviluppo dell'educazione e formazione, dall'università agli ITS, sono temi che vengono costantemente monitorati e sviluppati per creare attrattività nel territorio».

«Complessivamente la situazione dell'economia veneta – commenta il Presidente di Cna Veneto, Moreno De Col - segna una fase di moderata crescita in un clima di evidente incertezza. Le difficoltà di accesso al credito, l'aggravio degli aspetti burocratici, il costo del lavoro costituiscono una miscela che, non oggi ma in prospettiva, rischia di essere esplosiva. Il comparto artigiano e delle piccole imprese, anche in una regione forte come la nostra, ha evidentemente bisogno di strumenti che consentano, nel medio periodo, di invertire la rotta. Alcuni dati – da quelli sull'export fino ad arrivare a quelli legati agli aspetti inflattivi e di aumento dei costi – devono farci compiere una riflessione estremante profonda soprattutto in una fase, come quella che stiamo vivendo, nella quale Governo e Regione si apprestano a redigere le proprie Manovre Finanziarie. Noi, come sempre, siamo disposti a fare la nostra parte e a contribuire, in modo responsabile, a tutti i livelli».

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