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La vita in un clic di Stefano Grasso, fotografo giramondo: «La regina Elisabetta verificò la mia cravatta»

La vita in un clic di Stefano Grasso, fotografo giramondo: «La regina Elisabetta verificò la mia cravatta»

foto da Quotidiani locali

Le immagini delle Olimpiadi di Parigi e ancora prima quelle di Tokyo, e poi quelle al Royal Ascot, insieme alla compianta regina Elisabetta, o con lo stilista Valentino a Doha.

Insomma, specializzato da 30 anni negli scatti del mondo dell’ippica e degli sport equestri, tanto da essere il fotografo ufficiale di Varenne.

È la storia del triestino Stefano Grasso, un professionista giramondo, stimato a livello internazionale e da anni al servizio di eventi importanti. Ovunque, anche a Trieste ovviamente.

Come ad esempio la foto iconica di Barcolana, la prima realizzata con la statua della Vittoria Alata sopra il faro della Vittoria e lo sfondo delle imbarcazioni alle spalle.

L’ultima fatica sono i giochi di Parigi, che ha concluso qualche giorno fa, volato subito in un altro Paese, in Olanda, per un nuovo impegno. «Ho cominciato a 16 anni, con una macchina fotografica di mio nonno, con le prime inquadrature – racconta – mentre già a 14 anni, con la mia bici Graziella, portavo i numeri alle scuderie di Montebello.

Proprio all’ippodromo ho lavorato come dipendente per anni, dedicandomi inizialmente alle foto part time. Fino a quando, nel 1997, è diventato l’impiego principale».

Tra i primi “clic” di successo «lo scorcio della Barcolana con la Vittoria Alata del faro e le barche dietro, fatta grazie al pilota Paolo Pilutti con il suo elicottero. Poi però – ricorda – ho deciso di cambiare, specializzandomi prima nel settore dell’ippica e successivamente anche in quello degli sport equestri».

Grasso è stato il fotografo ufficiale del fuoriclasse Varenne, «alcune istantanee hanno fatto la storia, penso al suo inchino. Aveva l’abitudine di trottare – ricorda – fino a fermarsi per abbassare la testa davanti al pubblico».

Ma il professionista triestino è anche il fotografo di “Global Champions Tour” dal 2011, «circuito considerato una sorta di formula uno del salto ad ostacoli a livello mondiale – spiega – perché è proprio su questa disciplina che ho puntato molto negli ultimi anni».

Dagli Stati Uniti alla Cina, passando per l’Europa, Grasso ha immortalato tantissime manifestazioni. Quanto a Parigi, dov’era ingaggiato per i maggiori team del settore, «la location era meravigliosa, sempre piena di gente, una situazione molto bella, di grande impatto».

Tra i ricordi più gratificanti ottenuti finora, «sicuramente far parte del gruppo di fotografi accreditati al Royal Ascot, per varie edizioni, con l’emozione di passare davanti alla regina Elisabetta, che controllava anche il nostro abbigliamento. Se la cravatta era a posto ad esempio.

La selezione non era semplice, ed è stato stupendo lavorare anche in quel contesto».

Dopo tanti anni con la valigia in mano, l’amore per la fotografia resta invariato, «uno degli aspetti più interessanti è il contatto con culture diverse, in tutto il globo, mi ritengo molto fortunato per la strada fatta, anche perché oggi la tecnologia sta minando un po’ questo lavoro, ampliando fin troppo la platea di chi scatta foto.

Non bastano le strumentazioni però – sottolinea – servono anche competenze importanti, che si imparano nel tempo e sul campo. Io comunque continuo, perché la passione è forte. È il motore principale».

Grasso da 14 anni si è trasferito a Roma, la base quando torna dai suoi viaggi, «ma Trieste con il suo mare – conclude il fotografo – mi manca sempre».

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