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Promossi e bocciati Olimpiadi: Battocletti sublime, Chamizo in declino, volley maschile ridimensionato

Promossi e bocciati Olimpiadi: Battocletti sublime, Chamizo in declino, volley maschile ridimensionato

PROMOSSI 

Antonino Pizzolato (sollevamento pesi): due anni fa era il migliore al mondo. Poi un infortunio alla schiena ne ha messo persino a rischio la carriera. Il rientro è stato lungo, problematico. Per diversi mesi è stata persino in bilico la qualificazione ai Giochi. Il siciliano non disputava una gara di questo livello da circa 28 mesi. Questo la dice lunga sulle innate qualità di un campione che è salito per la seconda volta sul podio alle Olimpiadi, peraltro dopo un cambio di categoria (da -81 kg a -89 kg).

Sofia Raffaeli (ginnastica ritmica): non la gara che avrebbe voluto, per sua stessa ammissione. La perfezione mostrata in qualificazione non è stata riproposta nell’atto conclusivo. Ad ogni modo si tratta di un bronzo storico, il primo per una ginnasta italiana nel concorso generale individuale. Va detto che la tedesca Darja Varfolomeev sarebbe stata difficilmente battibile, perché non ha commesso alcuna sbavatura.

Simone Alessio (taekwondo): era il più forte, non a caso si presentava da n.1 del ranking mondiale. Come a Tokyo 2020, tuttavia, si stava materializzando un incubo dopo la sconfitta all’ultimo secondo contro l’iraniano Mehran Barkhordari. Quest’ultimo è poi approdato in finale, concedendo all’azzurro la chance del ripescaggio. Da quel momento si è visto finalmente il vero Alessio e per lui è arrivato un bronzo che profuma di liberazione, anche se non rende completamente giustizia al valore di questo atleta.

Vittoria Guazzini-Chiara Consonni (ciclismo su pista): insieme ad Alice D’Amato alla trave, è stata la più grande sorpresa per l’Italia in queste Olimpiadi. Era difficile credere in una medaglia, figuriamoci nell’oro. E dire che mancavano coloro che apparivano le principali candidate a disputare la madison: Elisa Balsamo e Letizia Paternoster. Tatticamente le azzurre non hanno sbagliato davvero nulla, scegliendo il momento giusto per far saltare il banco, guadagnando il giro nei confronti delle avversarie. Hanno capitalizzato l’occasione della vita nel migliore dei modi. Entrambe sono molto giovani e potranno togliersi ancora tante soddisfazioni, anche su strada: Consonni come velocista e Guazzini nelle cronometro e nelle Classiche.

Andy Diaz (atletica): è diventato ‘schierabile’ dall’Italia solo il 5 agosto scorso, dunque appena 4 giorni prima della finale olimpica; dovevano infatti trascorrere tre anni esatti prima dell’ultima gara disputata con Cuba. Il nuovo fratello d’Italia aveva vissuto dei mesi travagliati, con un infortunio agli adduttori che lo aveva fermato per diverse settimane. Di fatto è arrivato ai Giochi senza aver disputato una gara vera di preparazione. Eppure, da vero campione, ha saputo agguantare un bronzo che rappresenta solo l’aperitivo di quel che potrà regalare al suo nuovo Paese.

Nadia Battocletti (atletica): probabilmente, per valore tecnico, la sua è stata la medaglia più bella in assoluto per l’Italia in questi Giochi. Ci ha letteralmente portato in una nuova dimensione, facendoci varcare un confine che sembrava tabù. I 10000 metri, da sempre, sono una gara monopolizzata dalle fuoriclasse africane. Vedere un’italiana spalla a spalla con loro, sprintare per la vittoria e ottenere una medaglia d’argento è qualcosa di mirabile. Forse questa ragazza non si è ancora resa bene conto di quanto grande sia il suo potenziale. Aspettiamola con fiducia per Los Angeles 2028…

BOCCIATI 

Gregorio Paltrinieri (nuoto di fondo): a 30 anni quello di disputare in pochi giorni 800-1500 sl e 10 km in acque libere si è rivelato un progetto troppo ambizioso, perché l’emiliano non è riuscito a smaltire le fatiche in vasca. Sulla carta la gara nella Senna era quella in cui le speranze di vittoria sarebbero state maggiori, ma a posteriori il contesto non si è rivelato favorevole alle sue caratteristiche. Chiude comunque una Olimpiade straordinaria con l’argento ed il bronzo conseguiti tra le corsie.

Frank Chamizo (lotta): inizialmente non si era qualificato per le Olimpiadi, seppur tra le polemiche per un evidente torto arbitrale. In seguito è stato ripescato in sede di riallocazione delle carte olimpiche, a causa dell’esclusione di russi e bielorussi. Oggi è stato eliminato subito al primo turno contro un avversario tutt’altro che irresistibile. La sensazione è che Chamizo non abbia mai veramente smaltito la delusione di Rio 2016: allora era il grande favorito e dovette accontentarsi del bronzo. I segni del declino sono ormai visibili da tempo.

Italia volley maschile: una fase a gironi fin troppo spumeggiante, con tanto di vittoria sui campioni del mondo della Polonia, poi approdati in finale. Dai quarti in poi, però, qualcosa si è rotto. Prima la rocambolesca rimonta sul Giappone, poi le due sconfitte con Francia ed USA senza raccogliere nemmeno un set. Il ct De Giorgi parla di un problema di esperienza, ma suona perlomeno strano per un gruppo che ha già vinto gli Europei 2021 ed i Mondiali 2022. Rispetto ad allora, a nostro avviso, la qualità di questa squadra è diminuita. Questi Giochi hanno ridimensionato il valore di una compagine che sul più bello è mancata di personalità. Non servono rivoluzioni, ma di sicuro andranno individuati i giusti correttivi.

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