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Polemica per le concessioni: lo sciopero dei balneari divide spiagge e categorie

Lo sciopero dei balneari divide le categorie, adesione bassa in Veneto e limitata alla costa sud, tra Chioggia e Rosolina.

Paradossalmente sopra le aspettative, secondo Confesercenti, mentre Confartigianato boccia l'iniziativa. Niente ombrelloni chiusi nelle dinamiche Jesolo, Bibione, Caorle dove le gare per le concessioni in ossequio alla direttiva Bolkestein sono in fase avanzata con la legge 33.

Ombrelloni chiusi per protesta in oltre il 70% degli stabilimenti tra Chioggia e Sottomarina, la quasi la totalità secondo Lorenzo Vallese, presidente Fiba Veneto - Confesercenti: «Ci dà forza nel proseguire questa battaglia giusta e doverosa per chiedere al Governo una legge definitiva che possa finalmente ridare certezze al comparto. Non chiediamo privilegi, non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo disponibili a far espropriare le nostre imprese».

Fiba Confesercenti rileva con soddisfazione come i clienti stiano sostenendo il gesto simbolico di chiusura. «Prosegue il nostro confronto con le istituzioni e aspettiamo fiduciosi il prossimo Consiglio dei Ministri che affronterà il tema delle concessioni», conclude Vallese, «siamo certi che questo Governo saprà trovare la soluzione definitiva, per questo abbiamo sospeso le ulteriori due giornate di mobilitazione il 19 e 29 agosto».

Confartigianato parla invece di un flop dello sciopero. Il neo presidente del Gruppo Mestiere Imprese Demaniali, il caorlotto Franco Zane non ha esitazioni: «Non servono azioni di protesta che penalizzano gli utenti e non aiutano a risolvere i problemi, ma continuiamo con fermezza sulla strada del dialogo».

C’è una generale condivisione delle motivazioni e viene lanciato un appello per le imprese balneari e il loro futuro. «Abbiamo bisogno di risposte chiare e concrete», aggiunge, «e subito. Le nostre imprese hanno investito in infrastrutture e attrezzature per rendere i servizi più innovativi e al passo coi tempi e hanno bisogno di sapere se potranno continuare a lavorare».

Franco Zane, imprenditore di Caorle di Confartigianato Imprese Veneto Orientale e presidente del neo costituito gruppo, lancia il suo appello all’intera categoria di allearsi e fare massa critica.

Nelle oltre 600 concessioni demaniali in Veneto sono coinvolte 3.400 imprese, tra mini-concessioni come pontili, pali per legare le barche, capanni in laguna, chioschi e campeggi, mentre lungo il litorale se ne contano circa 370, la metà delle quali nel veneziano.

«Bene che Confartigianato Imprese a livello nazionale stia spingendo con il Governo affinché venga fatta chiarezza sulla disciplina del settore», conclude, «oggi nel caos a causa delle contrastanti pronunce degli organi giurisdizionali nazionali ed europei».

Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto, non si limita ad analizzare ai numeri. «Poche adesioni e solo nella parte sud della costa», rileva, «a dir poco contenuta se non a Sottomarina e Rosolina. Jesolo, Bibione, Caorle, di fatto non hanno chiuso ombrelloni pur condividendo la protesta e i motivi. Diversa è la sensibilità. Chi in Veneto ha abbracciato l'approccio di Unionmare delle procedure di evidenza pubblica non si è fatto illusioni sulla bacchetta magica del Governo. A Jesolo il 100 per 100 degli operatori ha utilizzato la legge 33 e non ha aderito. Non abbiamo aspettato la politica. Altre regioni rimaste ferme ora si sentono tradite».

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