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Chiusura galleria del Comelico: la rabbia di commercianti, imprenditori e abitanti

Mobilitazione generale in vista della chiusura notturna dal 18 settembre, per 900giorni, della galleria Comelico sulle statale 52 Carnica.

A sostegno dei ristori e delle compensazioni che i sindaci del Comelico si apprestano a chiedere al governo. Ma soprattutto, precisa Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato, per lo sviluppo di questa valle, che «con due anni e mezzo di parziale isolamento rischia la definitiva marginalizzazione».

Sulla medesima lunghezza d’onda si sintonizza un’altra donna, Denise Casanova, segretaria provinciale della Cgil: «Vigileremo, pronti a scendere in strada nel caso non fossero rispettate le fasce orarie; non venissero garantiti i servizi essenziali che i sindaci hanno strappato; e in particolare se non sarà massima la tutela dei lavoratori in cantiere di notte».

La categoria più penalizzata è quella dell’autotrasporto.

Il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, ha riferito in sede di vertice in prefettura a Belluno, l’altro giorno, che l’indagine svolta dall’Unione Montana del Comelico di cui è vicepresidente, ha accertato che i maggiori costi sarebbero sommati a 7 milioni l’anno per gli autotrasportatori costretti deviare per il Passo Sant’Antonio o il Passo Monte Croce Comelico: 2 euro al km per 80 km di andata e 80 di ritorno (attraversando l’Alta Val Pusteria), ossia 320 euro a viaggio.

Extracosti per il tunnel del cantiere a 3 metri e 80 cm. Ora che invece l’altezza è stata portata a 4 metri e 10 cm, i carichi pesanti obbligati al giro esterno diminuiranno di numero, quindi», evidenzia Staunovo, «l’extracosto diminuirà, ma comunque resterà significativo. «Costi, questi, che ricadranno sulle merci trasportate e, quindi sulle famiglie», fa notare il sindaco di Santo Stefano, Alfredo Comis. «Il ricarico su ogni residente era stato calcolato in 700 euro l’anno», ricorda il sindaco di Danta, Thomas Menia, «con l’apertura della galleria solo a singhiozzo. Quanto hanno ottenuto i sindaci riduce la cifra, ma un certo extra costo purtroppo rimane. E quindi è giusto che si chiedano ristori, per le perdite secche, e le compensazioni per la comunità».

Comis conferma che in tal senso un’interlocuzione è stata avviata anche con il Comitato per il Fondo dei Comuni di confine. Il cantiere aprirà ai primi di settembre, il 18 dello stesso mese si chiuderà la notte. Quindi per 2 anni e mezzo la galleria sarà praticabile solo dalle 6 alle 22. Mario Doriguzzi è un autotrasportatore di San Nicolò Comelico.

«La chiusura sarà un disastro», è la sua prima reazione al telefono.

Lo informiamo che di giorno il transito sarà garantito, seppur a 30 km orari. «Davvero? Sono saltate le fasce orarie? Ma quando ce lo dicono? Nessuno ne sa niente. Se è così, perdiamo solo un’ora al mattino (noi incominciamo alle 5) e una alla sera (finiamo dopo le 20)». Doriguzzi tira un sospiro di sollievo, ma aggiunge: «Vigileremo, attraverso le nostre categorie, perché queste nuove disposizioni siano rispettate. Tuttavia, i grossi trasporti che arrivano in Comelico all’alba o che nelle stesse partono per altre destinazioni sono davvero penalizzati», afferma Doriguzzi.

Sono 6800 gli abitanti del Comelico, bisogna aggiungere i 1300 di Sappada, i quali gravitano per buona parte verso il Cadore.

Quando l’Anas, tre anni fa, ha presentato il primo progetto, da 65 milioni di euro, ipotizzò la chiusura totale della galleria per 545 giorni oppure una chiusura parziale per 745 giorni. In questo caso l’apertura al traffico era di 14 ore al giorno, dalle 6 alle 20, ma con un senso unico alternato ogni 30 minuti.

A seguito del duro confronto con i sindaci, mediatrice sempre la Prefettura, si arrivò al cantiere esclusivamente notturno e alla transitabilità dalle 6 alle 22, con più di mille giorni di lavorazioni.

All’incontro questa durata è stata accorciata di qualche mese. Sulla base dei dati elaborati dalla Camera di Commercio di Treviso e Belluno, veniva stimato - con il blocco totale - un calo medio del PIL locale del 40 per cento pari a un danno di circa 200 milioni di euro.

«Oggi le stime sono tutte da rifare. Certo, i ristori saranno di gran lunga inferiori a quelli ipotizzati, ma la compensazione resta doverosa», afferma il sindaco Comis. «Intanto, di notte, per uscire o entrare bisogna salire sul Passo Sant’Antonio. E per ben mille notti. Di giorno, dovremo attraversare la galleria a 30 allora. Poco male, si dirà. Ma in queste settimane le addette agli Uffici turistici possono testimoniare di ciò che chiedono dall’altro capo del telefono: in Comelico ci si arriva o no? Ecco il danno d’immagine. E poi i costi delle beni di consumo e delle altre materie, che indubbiamente ci saranno».

I sindaci hanno già chiesto un nuovo appuntamento con la Prefettura e l’Anas. «Stiamo mettendo a punto dati, analisi e proposte», fa sapere la presidente di Confartigianato, Scarzanella, «e subito dopo ferragosto chiederemo anche noi un confronto con le istituzioni».

Casanova della Cgil lamenta che su questa, come su altre vicende, ci si trova di fronte al fatto compiuto. «Non discutiamo di opere che vanno fatte. Ma sul come vorremmo essere resi partecipi, perché dalle modalità di un cantiere come questo può dipendere una quota dello spopolamento futuro delle terre alte», afferma la leader della Cgil.

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