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Hamish Kerr batte McEwen allo spareggio! L’oro nell’alto non si divide, Stefano Sottile mitico 4°. Tamberi con onore

Gianmarco Tamberi ha stretto i denti e ci ha voluto provare a tutti i costi nonostante i problemi fisica, ma la magia non gli è riuscita nella finale di salto in alto alle Olimpiadi di Parigi 2024: il Campione Olimpico di Tokyo 2020 ha superato 2.22 al terzo tentativo, ma poi 2.27 si è rivelato una quota improba per il menomato fuoriclasse marchigiano, fortemente debilitato da una colica renale che oggi lo ha costretto ad andare in ospedale proprio come sei giorni fa (nel mezzo aveva superato il turno di qualificazione allo Stade de France).

L’Italia applaude il capitano della Nazionale di atletica leggera e allo stesso tempo abbraccia calorosamente un magistrale Stefano Sottile, che contro qualsiasi pronostico della vigilia ha accarezzato la medaglia in una delle specialità più iconiche, quella che premia l’uomo che sa volare verso il cielo con il solo ausilio del suo corpo. Il 26enne piemontese ha strabiliato con un percorso netto fino a 2.27 metri, poi si è superato: 2.31 al secondo assalto e addiritura 2.34 al primo affondo.

L’azzurro ha firmato il suo personale, migliorando un 2.33 vecchio di cinque anni e alzando l’asticella dopo il 2.30 timbrato agli Assoluti di La Spezia a fine giugno. Si sogna in grande, visto che in quel momento è sul podio, ma poi all’ultima chance lo statunitense Shelby McEwen si salva. Restano in quattro in gara… L’azzurro è secondo dietro a Barshim, ma davanti al neozelandese Hamish Kerr e a McEwen.

Purtroppo l’oceanico e l’americano centrano 2.36 al primo assalto, misura improba per Stefano Sottile, che si deve così accontentare di una pur pregevole quarta posizione. Mutaz Essa Barshim sperava di diventare il primo saltatore in alto a conquistare due ori olimpici in carriera (proprio come Tamberi, visto che condivisero il gradino più alto del podio a Tokyo 2020), ma il qatarino commette due errori a 2.36 e fallisce il tentativo supremo a 2.38, dovendendosi accontentare della medaglia di bronzo.

McEwen e Kerr chiudono invece a pari merito in prima posizione: 2.36 alla prima, in precedenza due errori complessivi a testa (a 2.34 per lo statunitense, a 2.31 per il neozelandese). Pareggio come tre anni fa e doppio oro? No, l’americano non ci sta! Si entra così nell’universo raramente esplorato dello spareggio: entrambi sbagliano 2.38 e 2.36, si scende a 2.34 dove McEwen sbaglia e invece Kerr valica di classe l’asticella e si laurea Campione Olimpico dove aver già vinto i Mondiali Indoor in inverno. McEwen aveva tanto voluto lo spareggio e si deve accontentare dell’argento.

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