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Spiagge con vista grattacielo

Sentirsi al mare senza allontanarsi dalla città? Si può. Sono sempre più in voga i lidi metropolitani per i residenti, ma specialmente per chi vuole fare un tuffo ristoratore mentre è in vacanza. Luoghi diventati di tendenza in cui si tengono eventi culturali e concerti. Mete dell’immaginario turistico, al pari di monumenti e musei. Ecco dove sono i migliori.


A New York capita di andare in ufficio con il telo mare e le creme solari per un paio d’ore sulla sdraio. Tra i grattacieli di Manhattan è una piccola, irresistibile tentazione concedersi una pausa in spiaggia, a rilassarsi e abbronzarsi prima di tornare al lavoro. Basta prendere la metrò, e quando esci, con un minimo di fantasia, ti sembra di essere sulla French Riviera.

L’indirizzo è Gansevoort Peninsula, la prima spiaggia pubblica di Manhattan, con 1.200 tonnellate di sabbia. Lungo il fiume Hudson, dirimpettaia del Whitney Museum, è molto chic, con sedie a sdraio e ombrelloni turchesi e una grande area per il picnic. È un classico esempio di spiaggia urbana, una sorta di «non luogo» che sembra far parte di un’altra dimensione, assolutamente fuori contesto eppure tanto piacevole da apparire inevitabile. Tutte le grandi città vorrebbero un proprio lido, pensato a immagine e somiglianza di quelli delle località balneari alla moda.

New York docet. La Grande Mela ha una solida tradizione di spiagge urbane, che a volte sono un distillato di sabbia ed eleganza, altre volte sono riferimenti della cultura pop. Come Rockaway Beach, il litorale cantato dalla punk band Ramones, dove le giornate trascorrono veloci tra acrobazie col surf, passeggiate sul lungomare e tornei improvvisati di basket, o come Coney Island, che con i suoi iconici luna park ha fatto da quinta a tante storie del grande schermo. Altri lidi metropolitani targati Usa da tener presenti sono Crissy Field East Beach a San Francisco, una bella striscia di sabbia con vista sul Golden Gate Bridge, e Pacific Palisades a Los Angeles, dove visse anche Thomas Mann. E poi c’è Waikiki Beach, a Honolulu, che spesso figura tra le più attraenti spiagge cittadine del globo. Il litorale più famoso delle Hawaii, lunga 3,2 chilometri, cominciò ad essere frequentato nel 1901, quando fu costruito il primo hotel affacciato sull’oceano, il Moana Surfrider, e da allora il successo è sempre cresciuto

Lasciando da parte Parigi - dove per le Olimpiadi si è voluta una Senna balneabile, ma con risultati diciamo modesti - la carta vincente della spiaggia di città è il contrasto, il loro effetto sorpresa. Più una metropoli ha un carattere lontano dall’immaginario marino, più il discorso funziona. Nelle narrazioni delle grandi città difficilmente si trova la spiaggia, percepita come un elemento estraneo. Eppure, i lidi metropolitani sono ormai realtà e fanno tendenza. A Milano sono diventati un punto di riferimento alla moda i Bagni misteriosi del Teatro Franco Parenti. Lo storico complesso sportivo e balneare, realizzato negli anni Trenta, è stato completamente ristrutturato, per offrire alla città un nuovo luogo di ritrovo. Due piscine, una di 50 per 25 metri e l’altra da 25 per 5 metri, sono una buona opportunità per un bagno a due passi dal Duomo. E poi, dopo una nuotata, ci si rilassa al bistrot. Da non mancare, in estate, il rito dell’aperitivo a piedi nudi. Il concetto di spiaggia urbana è ben rappresentato in Costa Azzurra, a Nizza, dove convivono le due anime di città e di luogo di mare. Gli intenditori scelgono Le Castel, a due passi dalle stradine e dalle botteghe del Vieux Nice. Qui si trova anche un ristorante, il Castel Plage, frequentato da artisti, dove bere un Saint-Germain spritz e gustare un fritto misto di pesce preparato ad arte: un vero simbolo della dolce vita locale.





Di Londra si può dire di tutto, che è una metropoli avveniristica, che è la culla della musica rock, che è un avamposto dell’arte. Ma forse la si vede meno nell’ottica balneare. Sbagliato. Al Fulham Beach Club, un lido cittadino a Wandsworth Bridge, sul Tamigi, la vita scorre serena, tra birre e dj set. Di norma ci si diverte sempre, ma poi ci sono gli eventi: per esempio, quest’anno ci saranno il Mamma Mia! Bottomless, una festa ispirata alla musica degli Abba, e l’Ibiza White Party, con ospiti con dress code rigorosamente bianco e dj che programmano musiche che ti fanno sentire nelle Baleari degli anni Ottanta. Altro caso è Vienna: la capitale della cultura mitteleuropea si associa più al divano di Sigmund Freud che a un lettino da spiaggia. Ma col tempo le cose sono cambiate e i lidi si sono moltiplicati. Per semplificare la vita dei bagnanti negli stabilimenti balneari cittadini è addirittura in funzione un sistema a semaforo che dice quali bagni sono al completo (rosso) e quali hanno ancora parecchi posti liberi (verde). Uno degli indirizzi più frequentati è il Copa Beach, con spiaggia sabbiosa e sedie a sdraio a due passi dalla fermata della metrò Donauinsel. Altrettanto apprezzato è il Vienna City Beach Club, con ristorante e postazione per dj, mentre il Badeschiff è una nave nel canale del Danubio con tanto di piscina.

Un’inedita idea di villeggiatura si respira pure a Berlino. Nella metropoli ci sono ben 26 stabilimenti balneari. Un grande classico è lo Strandbad Tegelsee, una spiaggia in riva a un lago dove stare a contatto con la natura e magari fare una lezione di yoga, ma ultimamente i berlinesi hanno un debole per il Badeschiff, una piscina galleggiante sul fiume Sprea che si presenta come un macro-oggetto di design. Letteralmente Badeschiff significa «nave da bagno», e infatti la struttura è ricavata da una nave lunga 32 metri e larga 8. E quando ci si è stancati di nuotare, ci si rilassa sulle sdraio della spiaggia artificiale o su una comoda amaca sul pontile. Si cambia rotta e si va in spiaggia anche a Vancouver, in Canada. Sunset Beach, che fa parte di un parco urbano non lontano dal centro, è lo scenario ideale per assistere al Celebration of Light, un festival di spettacoli pirotecnici con suggestive musiche che richiama centinaia di migliaia di persone, che si svolge ogni anno alla fine di luglio.

Non hanno bisogno di presentazioni le spiagge di Rio de Janeiro. È il Brasile più emozionale quello che evocano i lunghi litorali di Ipanema e di Copacabana, teatro delle canzoni senza tempo di Astrud Gilberto e delle sensuali architetture di Oscar Niemeyer. Nei giorni del carnevale gli alberghi di lusso e le spiagge di Rio si popolano di personaggi famosi, negli obiettivi dei patiti di «vip watching». E sempre in tema di spiagge urbane con celebrità, compete con Clifton Beach, a Città del Capo, in Sudafrica, una classica location australiana, Bondi Beach a Sydney, frequentata da personaggi come Naomi Watts, Leonardo Di Caprio e Chris Hemsworth.

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