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Beach volley, dove può arrivare Ivan Zaytsev? I precedenti più illustri

Ivan Zaytsev e il beach volley è un amore che arriva da molto lontano. Lo Zar, due volte sul podio olimpico nel volley con la maglia dell’Italia, iniziò il suo percorso vincendo un titolo italiano del beach volley nel 2009, esattamente 15 anni fa, in coppia con Domenghini. Un successo che fece stropicciare gli occhi a tanti dirigenti del volley indoor, a caccia di volti nuovi. Le doti tecniche messe in mostra sulla sabbia si confermarono sul Taraflex e Zaytsev per tre lustri è diventato uno dei giocatori, se non il giocatore, di riferimento del movimento italiano.

Il beach volley, però, non è mai scomparso dalla mente e dalla vita dello Zar che in estate, più o meno in camuffa, spesso si è dedicato alla sua disciplina del cuore, magari affrontando amichevoli interminabili o tornei improvvisati. Anche nelle interviste Zaytsev non ha mai nascosto il sogno di potersi dedicare al beach volley nella parte finale della carriera, magari all’inseguimento di quel titolo a Cinque Cerchi che non è arrivato nel volley indoor.

Ci siamo, Zaytsev non ha ancora maturato l’idea di abbandonare definitivamente il volley ma ha iniziato un percorso importante nel beach volley, scegliendosi il compagno ideale per qualsiasi giocatore di alto livello, il vicecampione olimpico di Rio 2016 Daniele Lupo, che è ancora in pienissima attività e non ha alcuna intenzione di mollare, nonostante la mancata qualificazione ai Giochi di Parigi (percorso affrontato in coppia con Enrico Rossi). Il tecnico deputato a guidare la coppia italiana è un grande conoscitore del beach volley mondiale, è stato azzurro ai tempi dell’attività agonistica, e come allenatore ha girato mezzo mondo, Marco Solustri.

Una scommessa? Se lo è si potrebbe dire che è già vinta, o quasi, perché la qualità di gioco espressa da Lupo e Zaytsev nelle varie tappe del campionato italiano è cresciuta esponenzialmente nel giro di un paio di mesi e la prossima stagione i due azzurri potrebbero essere già pronti per affrontare un percorso internazionale che li potrebbe portare molto in alto, pronti da fine 2026 ad affrontare la rincorsa alla qualificazione per Los Angeles 2028.

L’età per il beach volley non è un problema se il fisico regge e, nei limiti del possibile, stiamo parlando di due fisici tutto sommato integri, anche se a Los Angeles lo Zar avrà 40 anni e Lupo 37. Bisognerà capire se Zaytsev sarà disposto ad abbandonare l’attività indoor, perché il doppio percorso non è più affrontabile se si vuole puntare in alto (anche se il calendario della prossima stagione e delle successive è tutto da costruire per il beach volley, con il probabile ritorno in scena diretto della FIVB, al posto di Volleyballworld, che potrebbe portare ad un taglio di tanti eventi internazionali).

I precedenti di ex pallavolisti che hanno proseguito la loro carriera sulla sabbia non mancano di certo. Il non plus ultra in questo senso fu toccato da Karch Kiraly, attuale tecnico della Nazionale femminile degli USA: due volte campione olimpico indoor, seppe conquistare anche il titolo a Cinque Cerchi del beach volley. In Olanda, ad esempio, Nummerdor e Schuil, dopo aver raccolto numerosi titoli indoor (passando anche dall’Italia) fecero lo switch nel 2006 e si tolsero diverse soddisfazioni anche sulla sabbia. In Italia lo stesso Alex Ranghieri, ma anche Paolo Nicolai, arrivano dal volley indoor, poi si sono dedicati esclusivamente al beach, tanto per fare qualche esempio calzante.

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