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La proposta di Zaia: «Un’app contro l’overtourism: accessi limitati nei luoghi delicati»

A caccia del fresco in quota, di panorami che riempiono gli occhi e l’anima, di camminate all’aria aperta e pulita ma anche, sempre più, di momenti da instagrammare, perché nel 2024 è un fattore che non si può tralasciare. La montagna è stata presa d’assalto dai turisti quest’estate. E il boom di presenze ha portato con sé un incremento degli interventi di soccorso.

Gli elicotteri hanno volato senza sosta nelle giornate clou della settimana ferragostana, dimostrando la necessità, per le Dolomiti, di avere a disposizione sempre due velivoli. Il commissario dell’Ulss 1 Giuseppe Dal Ben chiederà alla Regione Falco 2 anche per l’inverno. E il presidente Zaia è pronto ad accogliere la richiesta. Come lo è a valutare il contingentamento dei turisti nelle aree più delicate (come il lago di Sorapiss), attraverso un sistema di prenotazione via app.

Presidente, il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti chiederà alla Regione di avere il secondo elicottero in servizio nel Bellunese anche per l’inverno. Cosa ne pensa?

«Il dottor Dal Ben gode della mia totale e incondizionata stima. L’ho voluto io commissario per la provincia di Belluno. Dal Ben sta facendo fare un salto di qualità a questa Ulss, che è la Ulss delle Olimpiadi. E se Dal Bene pone questa richiesta del secondo elicottero, è giusto accoglierla: significa che è necessario».

E del resto la Regione ha investito molto sull’elisoccorso.

«Abbiamo quattro basi Hems, a Verona, Padova, Treviso e Pieve di Cadore. A Pieve è nata la prima sperimentazione sul volo di soccorso, va ricordato. E la sua crescita deriva anche dalla stretta sinergia che si è costruita e rafforzata con il Soccorso alpino».

Soccorsi e soccorritori. Viene in mente un momento molto doloroso della storia dell’elisoccorso nel Bellunese: la tragedia di Falco nel 2009.

«Il 22 agosto saranno quindici anni da quel tragico giorno. Che è doveroso ricordare perché è una ferita che rimane aperta, una tragedia indelebile. I soccorritori spesso mettono a repentaglio le loro vite per andare a salvare gli escursionisti in montagna. Io sono per salvare tutti, ci mancherebbe. Ma i dati del 2023 ci dicono che delle 1.219 persone tratte in salvo, 532 erano illese. E il 21% erano persone non attrezzate per l’escursione che stavano facendo, che stavano affrontando un percorso non adatto alle loro capacità. Non è possibile andare a soccorrere gente che va sui sentieri con le infradito, questa cosa mi indigna e mi fa veramente arrabbiare perché i soccorritori mettono a repentaglio le loro vite nelle missioni. Nel 2024 sono già stati salvati 63 escursionisti che si erano persi. Persi. Si salvi chiunque, ma se quando i soccorsi arrivano ti trovano con calzature non adatte, o in un percorso non alla tua portata, è giusto che paghi, e non poco».

Il boom di interventi di soccorso deriva anche dai numeri delle persone che, sempre più, scelgono la montagna per le vacanze. L’overtourism è un bene o un male per la montagna?

«Sicuramente mette sotto pressione molte località turistiche, dove la componente ambientale è particolarmente delicata. Ma va fatta una premessa: i turisti sono un patrimonio per i nostri territori. Non sono un problema, sono una risorsa. La prima industria, in Veneto, è il turismo. Ma è altrettanto vero che le Dolomiti sono un contesto particolare, delicato, sono un Patrimonio dell’Umanità che va preservato. Quindi i turisti devono comportarsi bene: portare a casa i rifiuti, non fare il bagno nei laghi dove è vietato, come al Sorapiss, tenere i cani al guinzaglio. E se i numeri sono fuori controllo, allora è giusto contingentare gli accessi a certi luoghi».

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In quale modo?

«Usando le nuove tecnologie, come le app. Ti prenoti e accedi. Non sei prenotato e vai lo stesso? Prendi la multa. Anche alla Cappella Sistina i numeri sono contingentati, perché non al Sorapiss?».

È favorevole anche ai parcheggi a pagamento?

«Un Patrimonio dell’Umanità è di tutti, quindi meno si fa pagare e meglio è. Ma se si contingentano i numeri, credo che anche il problema dei parcheggi sarà meno pressante. Non c’è una visione poliziesca, beninteso, bisogna fare un percorso, capire con i tecnici quante persone può sopportare un determinato luogo».

Parliamo di inverno. Il prossimo sarà la prova del nove in vista delle Olimpiadi. Come vi state preparando?

«Il dottor Dal Ben è stato messo all’Ulss Dolomiti proprio per questo. È uno dei più grandi professionisti che abbiamo e sono certo saprà approntare un piano tecnico che risponda a tutte le esigenze che ci saranno. Stiamo lavorando anche per l’ospedale di Cortina, arriveremo all’obiettivo. Dobbiamo essere orgogliosi di come si sta lavorando, delle Olimpiadi che porteranno lustro e benefici al nostro territorio: 2 miliardi di euro di investimenti, quando mai li avremmo avuti senza i Giochi? Anche sulla sanità. Le Olimpiadi saranno un grande spot anche per raccontare la nostra sanità veneta».

Come sta procedendo il lavoro sul Nue 112, il Numero Unico per le emergenze?

«Procede, spero sia pronto per le Olimpiadi. Parliamo di 6 milioni di euro di investimento, due centrali regionali. Noi abbiamo il know how importante del 118 a livello regionale, integrarlo con il 112 non è una passeggiata. Ma ci stiamo lavorando».

Dopo Parigi che Olimpiadi si aspetta in Veneto?

«Voglio sottolineare l’importanza che questo evento avrà per i nostri giovani. Saranno i nostri ragazzi i veri protagonisti di questo rilancio, con nuove opportunità di lavoro, formazione e crescita in un contesto che guarda al futuro con innovazione e sostenibilità. La montagna diventerà un laboratorio di sviluppo dove i giovani potranno mettere in campo le loro energie e idee, contribuendo a costruire un futuro migliore per tutte le nostre “terre alte”».

Saranno 70 anni dal ’56. Dai giochi di Cortina.

«Quei Giochi hanno segnato un’epoca, mettendo la nostra regione sotto i riflettori internazionali e mostrando al mondo la bellezza e l’eccellenza del Veneto. L’eredità di Cortina 1956 sarà fonte di ispirazione, ma guardiamo avanti con l’obiettivo di fare ancora meglio, sfruttando le lezioni del passato per costruire un futuro di innovazione, sviluppo sostenibile e crescita economica». —

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