Disabile travolto e ucciso a Ormelle: indagato un noto giostraio
C’è un giostraio di Oderzo al centro dell’inchiesta sulla morte di Massimo Feletto, 50 anni, travolto e ucciso a Ormelle la sera di domenica 14 luglio scorso da un’auto-pirata, una Fiat Grande Punto grigia.
L’investimento avvenne lungo via Campagne, nella frazione di Tempio, mentre la vittima stava passeggiando in compagnia della sua badante marocchina, 40 anni, rimasta seriamente ferita.
Si tratta di Vittorio Spigolon (difeso dall’avvocato Giuseppe Muzzupappa) ed è indagato per omicidio stradale aggravato dalla fuga per la morte di Feletto e lesioni stradali aggravate (sempre per la fuga) per il ferimento della badante che era con lui. Il suo è un nome molto noto alle forze dell’ordine della Marca Trevigiana (e non solo), legato in particolare alla banda degli assalti ai bancomat del Triveneto.
Spigolon, esattamente un anno fa, in tribunale a Treviso, patteggiò la pena di due anni, 7 mesi e 20 giorni, per una quindicina di assalti bancomat con una banda di altri giostrai tra Veneto, Trentino e Friuli.
Con lui, indagato per favoreggiamento, Walter M., che, per l’accusa, lo avrebbe aiutato ad eludere le indagini.
La svolta è arrivata all’alba di lunedì 12 agosto scorso, quando una trentina di militari dell’Arma dei comandi di Conegliano e Oderzo, hanno messo a segno un blitz a Oderzo, Orsago, Mareno, Marostica, Padova e Terrazzo (Verona), luoghi frequentati da Spigolon e dai suoi familiari, a caccia dell’auto pirata, immortalata da una telecamera del Comune di Ormelle, dopo la tragedia.
L’esito purtroppo è stato negativo. Della Fiat Grande Punto grigia, che sarebbe intestata a Spigolon, non è stata trovata traccia.
Stando a quanto s’è appreso, Spigolon dice che non sarebbe stato lui alla guida dell’auto la notte della tragedia e di non avere da tempo l’uso della Fiat Grande Punto. L’auto sarebbe da tempo in uso ad una donna.
Una versione a cui gli investigatori non credono. Proprio per questo motivo, i militari dell’Arma hanno effettuato il blitz lunedì scorso in grande stile, purtroppo senza esito. Resta il fatto che senza il “corpo del delitto” le indagini si complicano.
Come sono arrivati a lui i carabinieri? Grazie alla telecamera, posizionata all’incrocio con via Ferralini, a Tempio, che ha immortalato la Fiat Grande grigia in fuga, danneggiata nella parte anteriore, dove è avvenuto l’impatto. Non solo.
Grazie soprattutto al fatto che sull'asfalto, insieme allo specchietto laterale destro, dopo l’investimento, sono stati lasciati parecchi pezzi di vetro del finestrino destro che si era spaccato nell’urto. L’auto risultava ammaccata anche in tutto il lato destro.
L’investimento mortale avvenne a meno di 200 metri di distanza dall’abitazione della vittima. Il fatto avvenne poco dopo le 21.20 di del 12 agosto scorso.
L’auto-pirata viaggiava a forte velocità in via Campagne in direzione Fontanelle. Per la vittima non ci fu più nulla da fare. Per la violenza dell’impatto ed i traumi riportati Feletto morì sul colpo. Ferita seriamente e sotto shock la badante che lo accompagnava, ricoverata all’ospedale di Oderzo.
Feletto era un uomo inserito nella vita della comunità, e dal 2017 lavorava anche alla casa Vittoria di San Polo, nell’orto e anche in sala, nell’ambito del progetto di inclusione sociale che dà lavoro e dignità a disabili.
La sua morte ha lasciato distrutti dal dolore il fratello Stefano e le due sorelle. Ora stanno soltanto aspettando giustizia.