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Alex Marangon, le chiavi erano dentro l’auto. Slittano i risultati del tossicologico

La mattina di domenica 30 giugno la macchina di Alex parcheggiata vicino all’abbazia era aperta e al suo interno c’erano le chiavi e gli effetti personali del barista venticinquenne trovato morto il 2 luglio.

Stava per andarsene dal ritiro spirituale a cui aveva partecipato da venerdì sera e da chi nella notte di sabato lo aveva infastidito? Oppure aveva semplicemente lasciato lì i suoi averi per non portarli all’interno della chiesetta benedettina? E quella macchia rossa, probabilmente di sangue, trovata sul freno a mano dell’auto potrebbe essere comparsa proprio in quella notte o è risalente ai giorni precedenti?

Il mistero sulla morte di Alex più passa il tempo più si infittisce. Emergono nuovi particolari e le indagini sembrano complicarsi.

L’automobile di Alex, per esempio, non è mai stata posta sotto sequestro. Era stata messa subito a disposizione dei familiari in quanto non era mai stata giudicata d’interesse investigativo.

A fornire le prime risposte sarà l’esito del tossicologico, ma per quello si dovrà ancora pazientare. Di certo non arriverà entro fine mese, come prospettato inizialmente dagli investigatori ma, secondo il medico legale Alberto Furlanetto che coordina l’attività, sarà indispensabile più tempo, quello necessario per un caso complicato come questo che vuole l’ausilio di una strumentazione ad hoc. I tossicologi, sia quelli incaricati dalla Procura che quello della famiglia starebbero lavorando insieme per arrivare al prima possibile ad un responso.

Intanto la famiglia rimane in attesa di risposte tra cui le memorie spontanee dei curanderos, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, come promesso dal loro avvocato Oscar Palet Santandreu.

A giorni dovrebbero arrivare direttamente in Procura i resoconti dei due colombiani con la ricostruzione di quello che è successo nella notte in cui Alex ha perso la vita.

I Marangon sono in attesa di sapere se la loro versione sarà in linea con quella fornita dagli altri partecipanti all’evento o se ci saranno delle contraddizioni.

La prima potrebbe essere quella sulla presenza o meno dei due colombiani all’arrivo dei carabinieri la mattina del 30 giugno. Anche per quello si dovrà attendere.

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