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Il palazzo del Tergesteo fra turisti e seconde case

TRIESTE Nel palazzo del Tergesteo, uno degli ambiti simboli di Trieste, punto di riferimento per intere generazioni, i residenti oramai sono cosa rara.

Degli ottanta appartamenti «solo il 10% ora è abitato da inquilini residenti, mentre il 70% è destinato a casa vacanze e il restante 20% a seconda abitazione, con proprietari anche stranieri che soggiornano ogni tanto in città», riporta Silvio Spagnul, alla guida della società che amministra lo stabile dal 1984.

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Vocazione turistica

Dati alla mano, quindi, il Tergesteo si è tramutato in una sorta di residence, con una vocazione più turistica che residenziale. A incidere su questo nuovo assetto c’è prima di tutto una legittima scelta di investimento turistico del proprietario; poi, va considerato che la zona è cambiata, «con una presenza importante di pubblici esercizi, con la così detta “movida” che coinvolge anche i locali sotto a quel palazzo, rendendo più complicato viverci, soprattutto nella stagione estiva». Senza contare che piazza Verdi è uno dei palcoscenici di Trieste Estate, con un ricco calendario di iniziative anche musicali. La musica è spesso bellissima ma ovviamente entra nelle case; i residenti in certe serate sigillano le finestre.

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Investitori austriaci

Ci sono investitori austriaci che hanno acquistato casa lì lo scorso anno, con l’intenzione di passare a Trieste le loro giornate di vacanza, ma anche chi ha già deciso di rimettere sul mercato l’immobile. Alcuni lo fanno per investimento sul turismo breve; altri per i rumori, appunto, che si posano bene con la vita del centro ma ovviamente strizzano meno l’occhio alla scelta di residenzialità. Per inserire nel proprio patrimonio immobiliare uno di quegli alloggi, vista la bellezza delle residenze e l’elevata qualità della rifiniture, non si spendono meno di 5.500 euro al metro quadrato. Così le abitazioni finiscono, per questa serie di argomenti, nel circuito degli affitti turistici.

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«Io, di fatto, non ho più un vicino di casa – testimonia una delle poche inquiline residenti – visto che gli appartamenti accanto al mio sono tutti locati a turisti». Diventa diversa anche l’amministrazione del palazzo: «le esigenze di chi vi risiede – spiega Spagnul – sono diverse da quelle di chi, invece, mette a reddito l’alloggio destinandolo a uso turistico». A partire dalla cura per gli spazi comuni.

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La galleria

Uno dei punti delicati è la galleria. Nei piani della Carlyle Group – il fondo statunitense che nel 2007 acquistò il palazzo avviando un radicale restauro – doveva diventare il cuore dello shopping di lusso. Tanto che in fase di commercializzazione degli spazi al piano terra venne rifiutata la proposta avanzata da McDonald’s, «perché qui – sottolineava allora la referente del fondo – troverà spazio il cachemire». Non è andata proprio così. La Carlyle poi ha ceduto alla Gallery di Napoli tutta la fetta della parte commerciale e la destinazione dei fori commerciali prese nel tempo una piega diversa.

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Il Tergesteo del passato

Chi non è più giovanissimo, attraversando quella galleria, si infilava della libreria Parovel, ammirava i raffinati impianti della Bang & Olufsen proposti dove oggi trova spazio il Citybar, i completi di Giorgio Armani esposti nelle vetrine de Il Bagaglio o i caratteristici dirndl tirolesi di Christine. Il fascino, l’atmosfera di quella galleria – in quegli spazi del Tergesteo riecheggiano anche alcune pagine della Coscienza di Zeno, visto che Italo Svevo ambienta lì l’incontro tra il protagonista e Giovanni Malfenti, suo futuro suocero – sono cambiati.

Quando faceva brutto tempo, e soffiava forte la Bora, il Tergesteo resta un’ancora di salvezza; prima si poteva attendere che il clima migliorasse, sorseggiando una cioccolata allo storico caffè Tergesteo. Poi nel 2007 il cambiamento, con l’acquisizione dei 40 metri cubi in precedenza della Finrex spa, per 20 milioni di euro da parte, come detto, dalla Carlyle. Il progetto di restauro progettato dall’ingegnere Giovanni Cervesi aveva conquistato i triestini. La commercializzazione degli appartamenti nel 2008 oscillava tra i 4.500 e i 5.000 euro al metro quadrato. Una residenza di 185 mq veniva venduta intorno ai 920 mila euro. Oggi un appartamento da 72 metri quadrati, al secondo piano, con affaccio su piazza della Borsa, è sul mercato a 480 mila euro.

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