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Caso Sinner: che cos’è il Clostebol, la sostanza che ha messo nei guai il numero 1

La notizia del giorno, che ha scosso il mondo del tennis, riguarda Jannik Sinner: il numero uno del mondo, secondo quanto è apparso in un comunicato sul suo profilo Instagram, è stato ritenuto innocente da un tribunale indipendente dopo essere risultato positivo ai metaboliti del Clostebol, una sostanza bandita dai regolamenti anti-doping. 

Ma di cosa si tratta esattamente? Il Clostebol è una sostanza simile al testosterone: si tratta di uno steroide anabolizzante in grado di migliorare – se assunto in dosi abbondanti – le prestazioni fisiche di un atleta, e per questo motivo la Wada (Agenzia mondiale antidoping) ne ha vietato l’utilizzo, inserendolo nella lista degli agenti anabolizzanti proibiti. 

Il Clototestosterone stimola la sintesi delle proteine, favorendo lo sviluppo della massa e della forza muscolare e può aiutare a ridurre i tempi necessari ai muscoli per recuperare nelle ore successive a una sessione di allenamento intensa. Non è finita qui: favorisce infatti la produzione di globuli rossi, consentendo di conseguenza all’atleta di affrontare senza troppi problemi sforzi prolungati.

Il Clostebol Metabolita si trova anche in spray o pomate (in Italia facilmente reperibili anche in farmacia, e senza prescrizione medica) che hanno banalmente lo scopo di far cicatrizzare in fretta le ferite: nel corso degli ultimi anni, secondo i dati forniti dalla Wada, circa la metà dei casi di positività legati al Clostebol si sono verificati in Italia, proprio perché uno dei pochi paesi al mondo in cui la sostanza proibita si può ancora reperire con apparente facilità (spray o pomate vendute in farmacia, come dicevamo prima). Nel corso degli ultimi tempi sono stati infatti diversi i casi di positività legati ad atleti italiani o che militavano nei campionati italiani professionistici: il calciatore (all’epoca in forza all’Atalanta) Luis Palomino fu assolto nel 2022 dopo una sospensione di quattro mesi, il giocatore di basket Riccardo Moraschini (ai tempi dell’Olimpia Milano) fu invece squalificato per un anno – sempre nel 2022 – in un caso molto simile a quello di Sinner: Moraschini disse infatti che la contaminazione era stata involontaria e indiretta, derivante dal contatto con una persona che stava usando uno spray cicatrizzante contenente la sostanza vietata senza che lui ne fossi a conoscenza. Nel 2017 arrivò una squalifica di un anno anche per il difensore del Benevento Fabio Lucioni mentre pochi mesi fa il tennista Marco Bortolotti (numero 350 della classifica ATP) fu trovato positivo ma giudicato non colpevole. I prodotti e gli spray a base di Clostebol (come ad esempio la pomata Trofodermin) vengono utilizzati per medicare abrasioni ed erosioni della pelle, lesioni, ferite di ogni tipo, oppure ancora, irritazioni o screpolature: bisogna semplicemente spalmare il prodotto sulla cute, per poi coprire l’irritazione con una garza. Queste medicine si possono quindi acquistare tranquillamente in farmacia, in parafarmacia o anche online, e non richiedono nessun tipo di prescrizione. Sul foglio illustrativo si trova però un chiaro avvertimento: “Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare positività ai test antidoping”. 

Il Clostebol fu il grande protagonista dello scandalo del “doping di stato” della Germania Est: gli atleti di questo stato (circa 10mila vittime) sono stati per anni costretti ad assumere un mix di sostanze tra cui questo steroide, spesso senza conoscerne la natura. Il programma rimase in vigore dal 1968 fino al crollo della Repubblica Democratica Tedesca, avvenuto come sappiamo nel 1989: negli anni ’90 furono esaminati gli archivi e la carte segrete della DDR e venne così chiarita la portata drammatica di questa operazione che aveva portato a medaglie e record mondiali in modo illegale e con gravissime conseguenze sulla salute degli atleti. Molti di loro, specialmente donne, dovettero affrontare pesantissimi effetti collateralidovuti all’assunzione prolungata dello steroide. 

Ricordiamo che nelle urine di Jannik Sinner è stata trovata una quantità estremamente esigua di Clostebol, inferiore a un miliardesimo di grammo: una quantità del genere non avrebbe evidentemente mai potuto influenzare le prestazioni fisiche del numero 1 del mondo, ma poteva essere un residuo di un’assunzione più massiccia. Gli inquirenti hanno creduto alla versione di Jannik (assunzione inconsapevole, causata da un trattamento che ha ricevuto dal suo fisioterapista. Quest’ultimo aveva appena utilizzato una pomata contenente Clostebol per curare una ferita al dito) e il campione italiano è stato scagionato: perderà i punti e il montepremi di Indian Wells ma potrà proseguire la sua stagione senza nessuna ulteriore sanzione.

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