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Il “liston” domenicale era una tappa obbligata nella storica galleria Tergesteo

TRIESTE Se d’estate il così detto liston i triestini lo facevano all’ombra degli alberi in viale XX Settembre, quando le giornate si facevano più fredde il riferimento diventava la galleria del Tergesteo. Soprattutto alla domenica, prima del pranzo in famiglia, quando ci si ritagliava un po’di tempo per un aperitivo ai tavolini del Tergesteo o per comprare i giornali nella storica libreria. Tra l’altro, va segnalata una notizia positiva: dallo scorso mese di gennaio la libreria Ubik ha abbracciato questa vocazione, diventando a sua volta anche edicola, con la vendita quindi dei quotidiani, proprio come avveniva un tempo al Tergesteo.

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Passano gli anni, i decenni, ma la galleria resta un luogo iconico. Dopo il restauro, nel giugno 2011, una volta riaperte le sue porte, era sembrato che si fosse rotto un incantesimo, complice forse il tempo necessario alla delicata riqualificazione e poi al venir meno di alcuni riferimenti commerciali. Ora si vuole recuperare immagine e magia. La galleria, così come tra l’altro le altre del centro città, è di proprietà privata. La copertura in vetro non è quella originale, ma non lo era neppure quella in vetro cemento che l’aveva preceduta.

Ripercorriamo la storia del palazzo del Tergesteo; l’inaugurazione risale al 24 agosto del 1842. Venne edificato per volere del barone Pasquale Revoltella, di Karl Ludwig von Bruck, Nicolò Craigher, Antonio Fontana, Giuseppe Brambilla, il cavalier Pompeo de Pranzera e Marco Pigazzi. La Società del Tergesteo era stata messa in piedi a questo scopo con sottoscrizioni private, su un progetto dell’architetto Francesco Bruyn. A metà dell’Ottocento, per alcuni anni, il Tergesteo fu anche sede del Lloyd Austriaco e della Borsa.

Durante la Seconda guerra mondiale le sale del pianterreno divennero sede di un circolo militare tedesco e usate come magazzino. Una destinazione modificata nel 1957, con il restauro definito dall’architetto Alessandro Psacaropulo. Risale a quell’epoca la modifica della copertura col vetrocemento. Nel 1982 la vecchia società proprietaria del Tergesteo venne incorporata dalla D.Tripcovich & Ci spa.

Con il restauro più recente, intervenuto sul palazzo dal 2009 al 2011 su progetto dell’ingegnere Giovanni Cervesi, volendo riportare gli ambienti all’aspetto originario, per la galleria è stata nuovamente istallata una copertura in vetro e, su prescrizione della Soprintendenza, la galleria è stata alzata di un piano, come nell’Ottocento. Anche il pavimento è stato modificato, con il marmo bianco a righe nere che ha lasciato spazio a un più anonimo pavimento in pietra bianca.

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