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San Giusto si ferma per Giulia Grigore

San Giusto Canavese

È una giornata di lutto oggi, mercoledì 21 agosto a San Giusto Canavese: il paese si ferma per dire addio a Giulia Grigore, la ragazza di 18 anni, che nella mattinata dello scorso giovedì 8 agosto lungo la strada provinciale 53 a San Giorgio Canavese, era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale mentre, in monopattino, stava andando a Rivarolo, per iniziare il turno di lavoro in un bar del centro.

La 18enne, residente a San Giusto Canavese, era arrivata al Cto con l’elisoccorso, in condizioni disperate. Il suo cuore aveva cessato di battere alle 7 del giorno dopo: troppo gravi le ferite riportate nell’incidente: Giulia aveva un gravissimo trauma cranico e facciale.

I medici avevano tentato tutto il possibile per bloccare l’emorragia, ma non c’era stato niente da fare.

I funerali si terranno alle 11 sul sagrato della chiesa parrocchiale, celebrati da un sacerdote ortodosso. Poi il corteo funebre proseguirà verso il cimitero per la sepoltura.

Una comunità intera si stringerà intorno al papà Florin, alla mamma Veronica, al fratello Gabrielle, alle nonne Anita e Maria.

Tanti saranno i giovani volti degli amici di Giulia che nel suo ricordo avevano organizzato lo scorso 11 agosto a Belmonte un emozionante e toccante flash-mob con musica e rombo di motori.

Ancora in corso con le delicate valutazioni dei periti, la dinamica dell’incidente.

Di certo si sa che il monopattino di Giulia Grigore, si era scontrato con un’Alfa Romeo Giulietta condotta da un 21enne residente a Lusigliè all’altezza dell’incrocio per Ciconio, regolato da un impianto semaforico.

La luce era verde ed i due mezzi procedevano nella stessa direzione verso Rivarolo. L’impatto era stato devastante.

La ragazza, dopo aver sfondato il parabrezza dell’auto era stata sbalzata sull’asfalto.

Un quadro clinico grave che poi si era ulteriormente aggravato fino al decesso. «Giulia era la figlia di tutti noi – dice la sindaca di San Giusto Canavese Giosi Boggio –una ragazzina di soli 18 anni, ci ha lasciati, portata via troppo presto da un destino crudele. Giulia era una ragazza buona, priva di cattiveria, con un sorriso che spesso nascondeva una tristezza profonda. La vita, con lei, non era stata molto amica. Senza la mamma, che era rimasta a vivere in Romania, aveva dovuto diventare grande prima del tempo. Ogni mattina, si alzava presto per andare al lavoro a Rivarolo, utilizzando il suo monopattino, l’unico mezzo a disposizione. Non era un lusso, ma una necessità, per raggiungere la sede. Morire a 18 anni, con tutto l’amore che aveva ancora da dare e da ricevere, è un dramma che spezza il cuore, che lascia un vuoto incolmabile in tutti noi».

La comunità sangiustese ha avviato una raccolta di fondi per sostenere la famiglia di Giulia.

Tanta la solidarietà ricevuta in questi giorni, in tutti i punti di raccolta, Comune compreso, con persone venute anche da fuori il paese pronte a donare e ad aiutare, commosse dalla storia della 18enne.

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