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Rivisti i dazi Ue contro le auto elettriche cinesi. Pechino reagisce e mette nel mirino i formaggi prodotti in Europa

La Cina ha avviato un’indagine anti sussidi sui prodotti lattiero-caseari che Pechino importa dall’Unione europea. Lo riferisce il ministero del Commercio in una nota diffusa all’indomani della bozza finale sui dazi compensativi decisi dalla Commissione europea sull’import di auto elettriche costruite in Cina. L’indagine sui prodotti lattiero-caseari esaminerà 20 programmi di sovvenzioni UE, tra cui alcuni previsti dalla Politica agricola comune (Pac) ed altri specifici per i settori lattiero-caseari in Italia e Finlandia. Si prevede che l’indagine sarà completata entro un anno e potrà essere estesa per altri sei mesi in circostanze speciali.

È la reazione all’avanzamento della procedura Ue relativa ai dazi sulle auto elettriche. Martedì la Ue ha rifinito i livelli delle tariffe commerciali che verranno applicate ai diversi produttori. Le ultime percentuali sono: Byd 17%, Geely 19,3%, Saic 36,3%. Le altre società che hanno collaborato 21,3%. Quelle che non lo hanno fatto 36,3%. In precedenza (a luglio) Byd era al 17,4%, Geely al 19,9%, Saic al 37,6% (tutti gli altri, rispettivamente, al 20,3% e al 37,6%). La Commissione europea ha preso atto dell’indagine della Cina e replica di essere pronta a “difendere con fermezza gli interessi dell’industria lattiero-casearia dell’UE”. Lo afferma il portavoce Olof Gill che sottolinea come Bruxelles sarà attenta nel verificare che l’indagine rispetti le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio.

La Cina adotterà “tutte le misure necessarie per difendere in modo risoluto i diritti e gli interessi legittimi” delle sue imprese dopo la bozza finale dei dazi compensativi sull’import della Commissione Ue sui veicoli elettrici made in China. Pechino, si legge in una nota del ministero del Commercio, “ha ripetutamente sottolineato” che le conclusioni preimpostate nell’indagine europea anti sovvenzioni violano l’impegno sui principi di “obiettività, equità, non discriminazione e trasparenza” e sono anche incompatibili con le regole del Wto. Si tratta, in altri termini, di “concorrenza sleale in nome della concorrenza leale”. La China Association of Automobile Manufacturers (Caam), ha sottolineato i “rischi enormi e incertezza” su operazioni e investimenti delle sue aziende nell’Unione europea, come conseguenze della posizione di Bruxelles.

Tutto sommato, e al di là dei toni, quelle di Pechino sono,per ora, risposte piuttosto morbide che non rovesciano il tavolo delle trattative. La Cina avrebbe frecce ben più appuntite al suo arco, in grado di perforare ben altro che una mozzarella di bufala. Anche per il semplice fatto di essere il mercato più grande al mondo, dove molti produttori europei, a cominciare da quelli di auto, soprattutto tedeschi, realizzano una fetta importante dei loro profitti.

Tra l’altro i produttori cinesi di auto elettriche, che già godono di un importante vantaggio tecnologico, hanno modo di aggirare eventuali dazi. Innanzitutto aprendo siti produttivi anche all’interno dei confini europei come già alcuni hanno fatto e altri si apprestano a fare. La Ue, peraltro, ribadisce di essere “aperta a soluzioni” con la Cina per risolvere la questione dei sussidi alle auto elettriche importate nel mercato europeo ma che ora “tocca a Pechino proporre misure valide”. Lo ha detto un alto funzionario europeo, sottolineando che è in corso un “intenso dialogo” sia dal punto di vista di tavoli tecnici sia al livello politico.

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