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Le foglie morte invadono Trieste: ecco perché gli alberi sono già autunnali

TRIESTE Il foliage ad agosto. Da qualche settimana a questa parte, chi cammina all’interno del giardino pubblico de Tommasini, lungo i sentieri del Carso o a passeggio Sant’Andrea, è partecipe di un’esperienza singolare: sotto la suola delle scarpe risuona lo scricchiolio delle foglie cadute, mentre le chiome degli alberi attorno hanno talvolta assunto una tonalità fra il giallo e l’arancione. In certi casi, come in via Rossetti, l’asfalto è già tappezzato di castagne. Insomma, le caratteristiche tipiche della stagione autunnale: se non fosse che la temperatura di giorno si trova stabilmente sopra ai 30 gradi e tutt’attorno imperversa l’estate.

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Il contrasto, fino a qualche giorno fa, era a dir poco disorientante, in periferia come nelle strade del centro. Sembrava si fossero sovrapposti due orizzonti antitetici: la vegetazione novembrina e il clima agostano. Tant’è che sui social network la curiosità è stata immediatamente notata, suscitando facili ironie nei commenti. Le piogge degli ultimi giorni hanno rimescolato le carte, stemperando il contrasto e consegnando per qualche ora la città a un panorama apparentemente autunnale (benché la temperature siano rimaste elevate). Ma la domanda, in ogni caso, rimane: cosa sta succedendo agli alberi triestini?

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Più fattori

In realtà, il fenomeno è noto agli studiosi da tempo, a tal punto che in Inghilterra si è coniata l’espressione “falso autunno” per indicarlo. È tuttavia opportuno evitare generalizzazioni, siccome nei dintorni di Trieste non si era mai visto – almeno in queste proporzioni – nulla di simile. «Probabilmente è una combinazione di più fattori», risponde al Piccolo Alfredo Altobelli, già docente di Ecologia al Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste. Per avere un riscontro dettagliato ed esaustivo di ciò che sta accadendo alle aree verdi locali, bisognerebbe prendere in esame ogni singolo albero, tenendo in considerazione la sua specie, la sua età e via dicendo. Ma è comunque possibile avanzare alcune ipotesi fondate, sulla base dei caratteri peculiari di quest’estate.

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La distribuzione delle piogge

Il problema principale, infatti, è connesso proprio al clima andato stabilizzandosi in regione fin dai primi giorni di luglio: «Non è l’anno migliore per il verde pubblico», afferma con un eufemismo Altobelli. Il punto non è tanto o non è solo il caldo: altrimenti ogni estate scatenerebbe il “falso autunno”. Piuttosto, ad essere decisiva è la «distribuzione dell’acqua nel corso dei mesi estivi», che per ovvie ragioni influisce sul ciclo vitale di un albero.

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Ma qui c’è da fare un’importante sottolineatura. Perché a contare non è la quantità d’acqua in sé bensì, appunto, la sua distribuzione: per paradosso, è preferibile un’estate in cui piove di meno e in cui le precipitazioni si distribuiscono in modo uniforme, rispetto a un’estate in cui piove di più ma concentrandosi in una volta sola e alternandosi a lunghi periodi di siccità. Esattamente quanto successo questa estate: la distribuzione delle precipitazioni (vedi articolo accanto) sembra corroborare la teoria. «Sia la mancanza d’acqua, sia l’acqua eccessiva data tutta in una volta rischiano di essere nocive», rimarca Altobelli.

Il riscaldamento climatico

Il risultato è presto detto. Le foglie si seccano, cadendo per terra come fosse settembre. Ma è un “falso autunno”, perché dietro all’affascinante foliage si nascondono cause diverse da quelle fisiologiche. Certo, il caldo gioca a sua volta un ruolo soprattutto nel centro città, dove si formano le cosiddette isole di calore che aggravano la situazione. E così arriviamo al vero elefante nella stanza, che si nasconde in tutti i ragionamenti di cui sopra: il riscaldamento climatico. Che da un lato aumenta la probabilità di fenomeni estremi – esattamente ciò che andrebbe evitato – dall’altro produce un innalzamento generale delle temperature massime.

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Le malattie degli alberi

Le conseguenze cambiano a seconda della specie. «Il leccio o i sempreverdi di viale Miramare sono abituati a soffrire», spiega Altobelli. Va peggio per altri esemplari presenti sul territorio locale, «magari esteticamente più belli, ma che soffrono maggiormente». A tutto ciò si aggiungono le malattie che colpiscono alcune tipologie di alberi, inducendo le foglie a rinsecchire. «In questo il clima non c’entra», chiarisce Altobelli, ricordando alcuni esempi che «si conoscono da anni e si verificano proprio d’estate». Uno di questi è la antracnosi dell’ippocastano, riconoscibile dalle macchie che si formano sulle foglie nella fase iniziale della malattia. A testimonianza di quanti siano i fattori sul tavolo nel momento in cui ci si interroga sulle possibili cause del “falso autunno”.

Le contromisure

La diversa resistenza delle specie a questo inedito quadro climatico sollecita un’ultima considerazione. Se – come avvisano molti studiosi – tale quadro è destinato a diventare la normalità negli anni a venire, sarà forse necessario aggiornare il criterio con cui si selezionano gli alberi da piantare nel centro cittadino. Scegliendo quelli le cui foglie non rischino di cadere nel bel mezzo dell’estate.

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