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Naufragio di Palermo, l’assurda tesa degli ambientalisti: “E’ colpa del cambiamento climatico”

Il naufragio di Palermo dello yacht britannico Bavesian non ha ancora una spiegazione logica e gli inquirenti stanno indagando per verificare la reale causa del terribile incidente. Tutti aspettano una risposta tranne gli ambientalisti che, come ricorda in un articolo Libero, hanno già fatto la loro diagnosi: la colpa è del cambiamento climatico.

Le tesi strampalate sul naufragio di Palermo

Come scrive il quotidiano, “Ancor prima di conoscere l’esatta dinamica della tragedia (a tutt’oggi poco chiara), il fatto che un veliero di lusso, maestoso, lungo 56 metri e con l’albero maestro alto come un grattacielo da una ventina di piani sia colato a picco in un minuto a causa della furia del mare, ha spinto gli ambientalisti ortodossi ad interpretarlo come un ennesimo, chiaro, inequivocabile segnale che Greta Thunberg abbia ragione e che la casa, intesa come il pianeta Terra, sia davvero in fiamme”.

Gli esperti a confronto per dimostrare che è colpa dell’uomo

Su La Stampa, ad esempio, Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, ha spiegato ieri cosa siano le trombe d’aria marine, e quanto la loro veemenza e la loro frequenza siano connesse al climate change. Lo ha fatto prima ancora di sapere se quella di Palermo sia stata davvero una tromba d’aria marina, e mettendo accuratamente in secondo piano elementi non proprio secondari che pure cita lui stesso: “Le perturbazioni meteorologiche a carattere violento sono in costante aumento in tutto il mondo come numero, intensità e frequenza”.

Il ritorno di Pecoraro Scanio tra i catastrofisti

Stessa linea di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e già Ministro dell’Ambiente che si avvale del prezioso “consulto” del pescatore Massimo Lembo: “Sottovalutare il cambio climatico in atto è criminale. Basta chiedere a un pescatore professionista e vi spiegherà che fino a pochi anni fa un evento temporalesco estremo veniva avvertito con 2-3 ore di preavviso. Oggi è tutto molto veloce e più forte e in 10/15 minuti puoi essere travolto”.
Paolo Sottocorona, da critico dei media, su Repubblica scivola su questa stessa buccia di banana: “Il Mediterraneo in questo momento è una tanica di benzina. Se ci metti un fiammifero, cioè una corrente di aria fredda come quelle di questi giorni, lui esplode”.

Perché l’imbarcazione vicina non ha avuto danni?

Nessuno dei catastrofisti sa spiegare una cosa: appena accanto alla Bayesian c’era anche un’altra imbarcazione, la Sir Robert Baden Powell, battente bandiera dei Paesi Bassi, che non solo non è stata nemmeno sfiorata dalla “tromba d’aria marina”  ma, grazie al suo capitano che ha avuto l’ottima idea di tenere i motori al massimo, è stata la prima a fornire soccorsi dopo il naufragio del natante di Lynch. Perché?

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