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Schianto in moto la notte di Ferragosto: muore dopo cinque giorni in ospedale

Il peggiore degli epiloghi possibili si è avverato. Simone Scaramuzza, il motociclista che nella notte di Ferragosto è uscito di strada a Preganziol mentre era in sella alla sua Honda, è deceduto. La possibilità che si risvegliasse dopo il terribile impatto col terreno è risultata sin da subito remota, ma i familiari non hanno abbandonato la speranza.

Fino quando è arrivata la comunicazione che mai avrebbero voluto ricevere. Simone è stato dichiarato morto lunedì mattina all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove era ricoverato dal giorno dell’incidente, nell’unico giorno di pioggia delle ultime settimane di caldo estivo. Simone aveva 44 anni, era un attento programmatore informatico, un papà di un ragazzo di 25 anni, un amico divertente, un grande musicista, ma più di tutto era un motociclista.

Quella per la moto era ben più di una passione. L’ultima, quella con la quale ha avuto l’incidente, era una Honda 2FR800, ma il suo sogno era quello di ricomprarsi la sua amata CBR Honda, la preferita, il suo sogno. Saliva sulla sua Honda per fare qualsiasi spostamento, anche se la magia la sentiva in montagna mentre valicava i passi, in compagnia di suo figlio Lorenzo a cui ha trasmesso la passione.

Nell’ultimo anno erano molto vicini, condividevano percorsi su strada e percorsi di vita. Anche quello musicale. Simone era un chitarrista molto apprezzato, nonostante avesse cominciato da autodidatta. Il rock e il metal i primi amori, ma ultimamente stava suonando anche altri generi, più soft. Suonava da solo e si esibiva anche davanti al pubblico, sempre sorridente, ironico e affabile con chiunque incontrasse.

Da circa un anno Simone lavorava come sistemista per l’azienda informatica Sartoretto, amava il suo lavoro da informatico, lo aveva svolto anche nei due anni che si era trasferito a Londra, quando aveva scelto di vivere una nuova esperienza, dove ha messo a frutto anche le sue abilità culinarie, dai primi alla carne: per lui era un piacere cucinare, soprattutto per gli amici più stretti. Simone era poi tornato in Italia per stare vicino ai suoi genitori, Gianna ed Enzo, si era trasferito da loro a Campocroce di Mogliano Veneto, voleva essere di supporto e dare una mano in famiglia.

Una famiglia che ora è distrutta dal dolore. «Siamo sconvolti, non riusciamo a spiegarci come sia potuto succedere» dicono, «per terra sul luogo dell’incidente non c’è alcun segno di frenata. È un incidente insensato per uno come lui, ci sembra tutto surreale».

Oltre ai genitori e al figlio, lo piange anche Lara, la madre di Lorenzo. Dopo l’ufficialità del decesso, i medici del Ca’ Foncello hanno predisposto l’espianto di organi e tessuti. L’uomo era un donatore e grazie a questo potrà aiutare altre persone a vivere meglio. Al momento non sono ancora stati fissati i funerali, solo nelle prossime ora si potrà salutare definitivamente Simone, motociclista, musicista, informatico, papà e figlio, morto a Ferragosto, all’età di 44 alla guida della sua amata moto.

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