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Il rapper Paky a processo per offese ai carabinieri: le frasi incriminate al concerto di Latina (video)

“Latina, voglio dire solo una cosa: chi non salta adesso è un carabiniere pezzo di m…”: sarà processato per diffamazione aggravata ai danni dell’Arma il rapper Vincenzo Mattera, in arte Paky, originario di Secondigliano ma cresciuto a Rozzano, che il prossimo 18 dicembre 2025 dovrà difendersi davanti al tribunale del capoluogo di provincia del Lazio in composizione monocratica.

Nel video le offese ai carabinieri durante il concerto di Latina

A denunciare l’artista, la mattina dopo il concerto di due anni fa, ci aveva pensato il Sim carabinieri, associazione sindacale che aveva querelato Paky per diffamazione aggravata.

“È un risultato storico, poiché è la prima volta che viene riconosciuto il diritto di un sindacato militare- osserva Antonio Serpi, segretario generale del Sim, il sindacato dei carabinieri, che si costituirà parte civile – a tutelare penalmente la reputazione non soltanto degli iscritti ma degli appartenenti al corpo”.

Paky, la protesta di Calandrini: offese gravi

La decisione arriva a quasi un anno di distanza dalla sera del 24 agosto 2023 durante l’Explosive Festival, sul palco allestito nello stadio Domenico Francioni Di Latina. Paky, che vanta collaborazioni con Marracash, Gué Pequeno, Sfera Ebbasta e Shiva, tra una canzone e l’altra, aveva incitato il pubblico a saltare insultando i carabinieri, suscitando indignazione tra gli spettatori e, in particolare, tra i membri delle forze dell’ordine presenti per garantire la sicurezza dell’evento. Parole offensive filmate anche da numerosi telefonini, che in poco tempo avevano fatto il giro dei social e suscitato le reazioni del mondo politico. “Quanto accaduto è inaccettabile” aveva detto il sindaco di Latina Matilde Celentano, che aveva espresso “la massima solidarietà agli uomini e alle donne dell’Arma, prendendo nettamente le distanze dalle frasi pronunciate nei loro confronti”.

“Quanto pronunciato dal cantante Paki è molto grave e non è in alcun modo giustificabile” le parole invece del senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini: “Mentre Paki si esibiva, infatti, donne e uomini di diverse forze dell’ordine, erano attorno allo stadio per garantire la sicurezza di tutti, anche degli artisti che si stavano esibendo. Nessuna forma di denuncia, satira, critica, anche nei confronti dell’ordine costituito, può trasformarsi in un’offesa gratuita, diretta, insensata”.

“Ci auguriamo – ribadisce Serpi commentando il rinvio a giudizio – che questa vicenda possa fungere da deterrente nei confronti di quanti strumentalizzano la propria posizione privilegiata per alimentare il clima di odio e diffidenza nei confronti delle forze dell’ordine”. Il sindacato Sim, in caso di eventuale azione risarcitoria, devolverà interamente la somma a un’associazione benefica.

 

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