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Vespa punge la sinistra: “Scavano sulle Meloni perché non digeriscono che la destra governi. Lollobrigida è bravo”

Parla di Giorgia Meloni, Bruno Vespa, e non può fare a meno di ammettere che dall’alto della sua decennale esperienza, anche lui sente puzza di bruciato nelle strane indiscrezioni sulla possibile indagine a carico della sorella della premier, Arianna. A naso, a qualcuno non piace la riforma della giustizia e neanche il governo Meloni, che però ha i voti, dato non secondario in democrazia. “L’idea che la destra abbia vinto le elezioni nel 2022 e rischi seriamente di restare al potere cinque anni è oggettivamente insopportabile per gran parte di un mondo che conta tuttora. Le hanno perquisito la vita, ma non hanno trovato nemmeno un osso di seppia nascosto nell’armadio. E allora si cerca di colpire la famiglia”, scrive Vespa sul Quotidiano Nazionale.

Vespa e la famiglia Meloni

“Bob Kennedy, ministro della Giustizia e braccio destro del fratello, è soltanto ammirato. In Polonia Lech Kaczynski diventa presidente della Repubblica e nomina primo ministro il gemello Jaroslaw. Se vincerà le elezioni, Kamala Harris annuncia un cospicuo parentado da sistemare…”, prosegue Vespa, che poi parla di Francesco Lollobrigida, cognato della Meloni: “Avrà fatto qualche gaffe, ma quasi tutto il mondo agricolo lo apprezza. La trasmissione Rai Report annunciò un’inchiesta formidabile contro di lui, persa nelle nebbie. La moglie di Lollobrigida è Arianna Meloni. Domenica 18 agosto, sotto il rumorosissimo titolo ‘Vogliono indagare Arianna Meloni’, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti mette insieme i pezzi di una campagna che addebita alla sorella del presidente del Consiglio di impicciarsi, quando non di decidere lei stessa, delicate nomine di Stato: da Terna alle Ferrovie, dalla Rai ad altro ancora. Sallusti ricorda il teorema Palamara: se si mettono d’accordo magistrati, giornali compiacenti e una forza politica, sei fritto. Italia viva è certamente un partito garantista anche per la persecuzione giudiziaria che ha colpito il suo leader Matteo Renzi. Ma quando l’onorevole Raffaella Paita dichiara alle agenzie che Arianna Meloni ‘ieri era sul giornale per l’influenza sulle nomine Rai, oggi per le Ferrovie dello Stato’, viene il dubbio che voglia – magari involontariamente – auspicare l’apertura di una inchiesta sulla signora per traffico d’influenza”.

La fantascienza delle nomine di Arianna

Poi Vespa conclude. “Immaginare che Arianna Meloni abbia fatto qualcosa del genere è allo stato puro calunniosa fantascienza, anche perché tutte le presunte interferenze sono state puntualmente smentite dall’interessata, senza adeguate controsmentite… Arianna Meloni è uno dei 43 capi dipartimento nominati dal presidente del partito (articolo 10 dello Statuto) sentito l’esecutivo nazionale. È capo della segreteria politica, incarico di vertice che l’autorizza – come i pari grado degli altri partiti – a occuparsi di pareri su ogni questione (nomine comprese) che quel partito trasferirà al governo (se è in maggioranza) o farà controproposte (se è all’opposizione). Giorgia Meloni ha voluto tenere la sorella rigorosamente fuori dalle nomine per evitare ogni equivoco (a quanto pare, invano). Ma se un giorno Arianna dovesse dare un parere, farebbe soltanto il compito suo”.

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