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L’incendio di Crogole e le prese degli idranti: la mappa è da rifare

SAN DORLIGO DELLA VALLE Sarà rivista e ricostruita la mappa degli idranti antincendio sistemati nel sottosuolo del territorio di San Dorligo della Valle. È questa la decisione assunta dall’amministrazione comunale, con l’obiettivo di rendere molto più rapidi ed efficaci gli interventi di spegnimento dei fuochi, alla luce di quanto verificato all’indomani dell’incendio nella frazione di Crogole.

«Abbiamo constatato – spiega il vicesindaco, Marko Savron – che le mappe in possesso della Protezione civile regionale, di quella locale dei volontari del Breg e quella dei Vigili del fuoco, cioè dei corpi che intervengono in questi casi, non coincidono. Abbiamo perciò subito avviato l’iter che porterà alla verifica del sistema degli idranti e alla conseguente unificazione delle mappe. È fondamentale che, in casi di emergenza, come quello verificatosi sabato scorso, si possa procedere, da parte di tutti i soggetti coinvolti nello spegnimento, con la massima velocità possibile e, per arrivare a questo risultato, è indispensabile che si possa operare sulla base di dati certi».

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Il processo finalizzato a garantire la massima sicurezza però non si fermerà alla sola unificazione delle mappe. «In una seconda fase – riprende il vicesindaco – intendiamo affidare a un soggetto terzo, in questo caso l’AcegasApsAmga, in quanto titolare del servizio idrico, la gestione di tutti gli idranti presenti sul territorio». Dell’intera operazione di aggiornamento si stanno occupando, in affiancamento a Savron, anche gli assessori Elisabetta Sormani, in quanto titolare dei Servizi sul territorio e della Sicurezza, e Paolo Paoletti, che ha la delega per la Protezione civile.

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«Lo avevamo detto in campagna elettorale che avremmo lavorato come una squadra – sottolinea Savron – e questa è la riprova che manteniamo le promesse». E i tre componenti della giunta sono decisi anche a porre fine a una situazione emersa in modo evidente nel frangente dell’incendio di Crogole, e cioè a quel fenomeno di sosta selvaggia che vede i mezzi privati parcheggiati proprio sopra gli idranti piantati nel sottosuolo. «Così – conclude Savron – si rendono difficoltose e lente le operazioni di spegnimento». —

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